Nuove misure fiscali assunte dal Governo
Il Governo di Bucarest ha assunto la responsabilità davanti al Parlamento per una riforma fiscale e di bilancio.
Roxana Vasile, 27.09.2023, 11:26
A Bucarest, il governo di coalizione PSD-PNL ha assunto ieri in Parlamento la responsabilità per una profonda riforma fiscale e di bilancio, una delle più ampie degli ultimi anni, con obiettivi chiari: la riduzione degli sprechi dal budget e la sostenibilità finanziaria del paese a lungo termine, tramite l’eliminazione di certe esenzioni fiscali, la tassazione aggiuntiva sul lusso e la riduzione dell’evasione.
Uno sforzo nazionale della Romania nel 2023, per avere un’economia più forte e vivere meglio nel 2025 e nel 2030, ha sottolineato il primo ministro socialdemocratico Marcel Ciolacu, che nel suo discorso davanti ai senatori e ai deputati ha affermato che il pacchetto delle misure prevede, tra l’altro, il mantenimento di un’imposta sul valore aggiunto bassa su alimenti, medicinali e legna da ardere o l’aumento dello stipendio minimo lordo del 10%, parallelamente, invece, ad un’imposta aggiuntiva sui profitti delle banche o delle grandi aziende.
Oggi si concluderà una tappa della storia della Romania. Da oggi basta con la furberia. Tutti pagheranno in base a quanto guadagnano. Non si può essere milionari, ma pagare le tasse per l’equivalente dello stipendio minimo. Non puoi ottenere profitti eccessivi e non pagare nulla nel Paese in cui li hai ottenuti, così come la semplice presenza al lavoro non può darti automaticamente il diritto a bonus di decine di migliaia di lei, senza alcuna performance, ha dichiarato il primo ministro. Marcel Ciolacu ha assicurato che la gente comune non pagherà altre tasse, ma che il lusso, il profitto eccessivo e i vizi saranno sovratassati.
Per combattere l’evasione fiscale, il premier Marcel Ciolacu ha precisato che le multe aumenteranno notevolmente, i beni provenienti da attività illegali saranno confiscati e gli importi ingiustificati saranno tassati al 70%. La riforma prevede anche un’imposta minima sul fatturato, la riduzione degli incarichi dirigenziali nel settore pubblico o la limitazione di alcuni bonus.
L’opposizione parlamentare, insoddisfatta delle misure per le quali il Governo ha assunto la responsabilità, ha la possibilità, entro tre giorni dalla loro presentazione, di inoltrare una mozione di sfiducia. È però poco probabile che ciò accada, visto che non riesce a raccogliere le 117 firme necessarie. Per questo motivo, l’USR e la Forza della Destra, una dissidenza liberale, hanno annunciato che contesteranno le misure alla Corte Costituzionale. L’AUR afferma che le proposte dell’Esecutivo sono antieconomiche, ma non sollevano questioni costituzionali.
Se la Corte Costituzionale boccia le contestazioni, il pacchetto legislativo si considera adottato e il governo PSD-PNL va avanti. Ma in Romania nessuno si illude che, una volta passato questo nuovo episodio, la rumorosissima lotta politica sulla scena pubblica si fermerà qui, dal momento che la posta in gioco è enorme: l’anno prossimo si svolgeranno tutte le elezioni possibili -amministrative, europee, politiche e presidenziali.