NATO – l’allargamento continua
Riuniti a Bruxelles, i ministri degli esteri dei paesi membri dell’Alleanza Nord Atlantica hanno deciso all’unanimità di invitare il piccolo stato del Montenegro ad entrare nella NATO, che continua l’allargamento nei Balcani, per la scontentezza profonda della Russia. Il Montenegro dovrebbe diventare entro al massimo due anni il 29esimo alleato. La decisione – ha sottolineato il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg – non è indirizzata contro qualcuno. L’Alleanza Nord-Atlantica esiste da 70 anni ed è difensiva.
Roxana Vasile, 03.12.2015, 12:19
Riuniti a Bruxelles, i ministri degli esteri dei paesi membri dell’Alleanza Nord Atlantica hanno deciso all’unanimità di invitare il piccolo stato del Montenegro ad entrare nella NATO, che continua l’allargamento nei Balcani, per la scontentezza profonda della Russia. Il Montenegro dovrebbe diventare entro al massimo due anni il 29esimo alleato. La decisione – ha sottolineato il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg – non è indirizzata contro qualcuno. L’Alleanza Nord-Atlantica esiste da 70 anni ed è difensiva.
Anche così, le autorità di Mosca denunciano l’allargamento all’Est, valutando che è una sfida e che lede la sfera russa d’influenza. La politica delle porte aperte della NATO ha aiutato all’implementazione della democrazia e della sicurezza negli stati che sono diventati membri – ha sottolineato in replica Jens Stoltenberg. Di questa politica essenziale dopo il 1989 ha beneficiato anche la Romania, che ha aderito all’alleanza nel 2004.
Ora tocca ad essa appoggiare i nuovi aspiranti, come dichiara il capo della diplomazia di Bucarest, Lazar Comanescu. E’ molto importante, come messaggio, questa decisione anche per i paesi che sono in relazioni di partenariato con l’Alleanza. Tengo presente in primo luogo la Moldova, la Georgia e l’Ucraina, ha detto il ministro.
Utilizzando termini quali spirale dell’allargamento o espansione, la Russia minaccia con una reazione adeguata alla decisione dei ministri alleati degli esteri di invitare il Montenegro a entrare nella NATO, che interpreta come uno scontro aperto, capace di produrre conseguenze destabilizzatrici supplementari per il sistema di sicurezza euroatlantico. Estremamente fresco nella memoria collettiva, l’intervento dei russi in Ucraina ha portato in discussione la cosiddetta guerra ibrida, una combinazione di tattiche militari e civili, di operazioni segrete e pubbliche, di propaganda, disinformazione e attacchi informatici.
Inoltre, nel contesto di una presenza militare cresciuta della Russia, la Romania ha sollecitato una riflessione da parte dei partner della NATO sulla zona del Mar Nero.
La situazione dimostra che non si può tornare a una formula tipo business as usual. Però, nella misura in cui la Russia dà prova di un approccio costruttivo – e qui tengo presente soprattutto l’adempimento, con riferimento all’Ucraina, degli accordi di Minsk, ovviamente si possono fare dei passi verso la ripresa del dialogo con questo paese. Per ora, però, una certa prudenza è necessaria, ha aggiunto il ministro Lazar Comanescu.
Costante nel consolidamento della difesa collettiva del fianco est della NATO, la Romania ha accettato di accogliere sul suo territorio il Comando Multinazionale di Divisione Sud-Est e dell’Unità di integrazione delle forze alleate. Il ministro Lazar Comanescu ha firmato a Bruxelles l’accordo che assicura il quadro giuridico necessario al funzionamento di queste strutture.