Nato: il segretario generale Rasmussen a Bucarest
Gli ultimi mesi di mandato come segretario generale della Nato sono, per il danese Anders Fogh Rasmussen, anche i più tesi. Fino al 1 ottobre, quando passerà le consegne al norvegese Jens Stoltenberg, Rasmussen deve gestire il dossier ucraino, in altre parole la più grave crisi geopolitica in Europa dopo la Guerra Fredda. Motivo per cui, lungi dall’essere strettamente protocollari, le sue visite di commiato nelle capitali degli Stati membri Nato sono piuttosto un’occasione per testare la coesione e coerenza degli alleati.
Bogdan Matei, 16.05.2014, 13:39
Gli ultimi mesi di mandato come segretario generale della Nato sono, per il danese Anders Fogh Rasmussen, anche i più tesi. Fino al 1 ottobre, quando passerà le consegne al norvegese Jens Stoltenberg, Rasmussen deve gestire il dossier ucraino, in altre parole la più grave crisi geopolitica in Europa dopo la Guerra Fredda. Motivo per cui, lungi dall’essere strettamente protocollari, le sue visite di commiato nelle capitali degli Stati membri Nato sono piuttosto un’occasione per testare la coesione e coerenza degli alleati.
“Dobbiamo adattarci a questo nuovo sofisticato, direi, tipo di guerra. Al posto dell’aggressione militare diretta, vediamo queste mosse più discrete, volte a destabilizzare la situazione in certi Paesi e lo abbiamo visto chiaramente in Ucraina, prima in Crimea, con l’annessione illegale alla Russia, e adesso nell’est dell’Ucraina. Non c’è dubbio che la Russia si trovi dietro la destabilizzazione dell’est dell’Ucraina. Inoltre, vediamo i tentativi della Russia di comprare influenza sui media, ad esempio, per influire sull’opinione pubblica e sui processi politici. Dobbiamo non essere ingenui e adattarci a questa situazione”, ha dichiarato, in un’intervista a Radio Romania, il segretario generale della Nato in visita a Bucarest, dove si è incontrato con i principali fattori di decisione dello stato romeno.
Dopo aver affermato, fermamente, il suo rispetto per l’unità e sovranità della confinante Ucraina, la Romania è diventata, nelle ultime settimane, il bersaglio della virulente retorica di alcuni membri di primo rango dell’amministrazione di Mosca. Sebbene, ovviamente, esagerati, i timori sul dilagare ad ovest del conflitto in Ucraina si sono manifestati anche nell’opinione pubblica romena. Anders Fogh Rasmussen ha voluto smentire gli scenari catastrofici cui, ingenuamente o con certi interessi, accennano certe voci dello spazio pubblico romeno.
“Vi posso assicurare che tutti gli alleati sono profondamente impegnati per quanto riguarda l’Articolo n. 5 e la difesa comune e ciò è stato dimostrato attraverso i passi che abbiamo già compiuto per rafforzare la difesa comune con diverse operazioni di polizia aerea sopra gli stati baltici. Svolgiamo operazioni di vigilanza con aerei AWACS sopra la Polonia e la Romania, vedete anche una maggiore presenza navale degli alleati nel Mar Nero e nel Baltico e un maggior numero di esercitazioni militari terrestri, quindi, abbiamo già dimostrato che l’Alleanza è unita quando si tratta dell’Articolo n. 5 e della difesa comune”, ha sottolineato Rasmussen a Bucarest.
La semplice esistenza della Nato e dell’Articolo n. 5 hanno un simile effetto scoraggiante che i potenziali aggressori nemmeno penserebbero di attaccare uno stato membro — ha, inoltre, dichiarato a Radio Romania, il segretario generale dell’Alleanza.
(traduzione di Adina Vasile)