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Moldova: reazioni alla situazione politica di Chişinău

La dura lotta politica tra la presidente riformista e pro-europea della Moldova, Maia Sandu, e la maggioranza pro-russa del Parlamento di Chişinău si estende ed entra nella zona costituzionale, anche se non dovrebbe. I socialisti e i loro alleati del partito Shor hanno votato, venerdì, una dichiarazione sull’usurpazione del potere nello stato da parte della Corte Costituzionale e su un voto di sfiducia nei confronti di tre giudici della Corte. La maggioranza ostile a Maia Sandu ritiene “dittatoriale” e “non democratica” la recente decisione della Corte Costituzionale, la quale ha appurato che sono riunite tutte le condizioni per lo scioglimento del Parlamento. In più, ha cancellato una decisione del legislativo tramite cui l’attuale presidente della Corte, Domnica Manole, è stata votata giudice presso quest’istituzione suprema.

Moldova: reazioni alla situazione politica di Chişinău
Moldova: reazioni alla situazione politica di Chişinău

, 26.04.2021, 12:10

La dura lotta politica tra la presidente riformista e pro-europea della Moldova, Maia Sandu, e la maggioranza pro-russa del Parlamento di Chişinău si estende ed entra nella zona costituzionale, anche se non dovrebbe. I socialisti e i loro alleati del partito Shor hanno votato, venerdì, una dichiarazione sull’usurpazione del potere nello stato da parte della Corte Costituzionale e su un voto di sfiducia nei confronti di tre giudici della Corte. La maggioranza ostile a Maia Sandu ritiene “dittatoriale” e “non democratica” la recente decisione della Corte Costituzionale, la quale ha appurato che sono riunite tutte le condizioni per lo scioglimento del Parlamento. In più, ha cancellato una decisione del legislativo tramite cui l’attuale presidente della Corte, Domnica Manole, è stata votata giudice presso quest’istituzione suprema.



L’azione dei pro-russi giunge dopo che Maia Sandu aveva ricevuto il via libera dalla Corte per firmare il decreto sullo scioglimento del Parlamento, in seguito ai tentativi falliti di formare il governo. La posta in gioco politica dell’alleanza creata intorno all’ex presidente Igor Dodon è evidente, lo scopo essendo di impedire le elezioni anticipate volute dalla Sandu però, tramite il voto di venerdì, quest’alleanza ha superato la linea rossa dell’osservanza della Costituzione. Lo dicono, all’unisono, l’Unione Europea e gli USA. Il capo della diplomazia europea, Josep Borell, ha ricordato che nell’Accordo di associazione all’UE la Moldova si è impegnata a rispettare l’indipendenza della Corte Costituzionale. Egli ha definito il voto di venerdì un attacco flagrante contro l’ordine costituzionale e un tentativo di minare lo stato di diritto. Dal canto suo, l’ambasciatore americano, Dereck Hogan, ritiene che il voto della maggioranza parlamentare indichi una mancanza di rispetto per la separazione dei poteri nello stato.



Altrettanto ferma è stata anche la reazione della Romania, entusiasta sostenitrice del piccolo stato confinante con popolazione a maggioranza romena. La dichiarazione approvata venerdì nel Parlamento di Chişinău, secondo cui la Corte Costituzionale della Moldova “usurperebbe” il potere nello stato, “indica disprezzo” per l’indipendenza della Corte, ha dichiarato il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, aggiungendo che l’iniziativa dimostra quanto sia importante evitare qualsiasi decisioni o azioni che mettono in dubbio lo stato di diritto. Abbiamo notato anche una presa di posizione da parte della Commissione di Venezia in tal senso, che è molto chiara e sottolinea che qualsiasi attentato alla Corte Costituzionale, qualsiasi inaccettazione delle decisioni di una Corte Costituzionale, questo caso compreso, rappresenta una trasgressione dello stato di diritto, ha ribadito il ministro romeno.



Il piccolo Paese senza uscita al mare, confinante con l’Ucraina e la Romania, ambisce ad aderire all’Unione Europea, però le preoccupazioni legate alla corruzione e alla democrazia hanno peggiorato i rapporti con l’UE, nota Reuters. E’ quello che Maia Sandu desidera riparare, però non lo può fare senza un governo e una maggioranza partner.

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