Moldova, problemi alle elezioni
Migliaia di persone sono scese in strada, lunedì, a Chişinău, per denunciare il trucco dei voti allo scrutinio presidenziale di domenica scorsa a favore del vincitore, il socialista filorusso Igor Dodon, che ha ottenuto il 52% dei voti. Con solo il 47%, la sfidante di Dodon, la riformatrice pro-europea Maia Sandu, ha già annunciato la sua decisione di contestare alla Corte Costituzionale il risultato dello scrutinio. Lei ha ribadito anche la richiesta relativa alle dimissioni della presidente della Commissione Elettorale Centrale, Alina Rusu, e del ministro degli Esteri, Andrei Galbur, per la gestione carente del processo elettorale presso le ambasciate e i consolati della Moldova.
Bogdan Matei, 15.11.2016, 16:55
Migliaia di persone sono scese in strada, lunedì, a Chişinău, per denunciare il trucco dei voti allo scrutinio presidenziale di domenica scorsa a favore del vincitore, il socialista filorusso Igor Dodon, che ha ottenuto il 52% dei voti. Con solo il 47%, la sfidante di Dodon, la riformatrice pro-europea Maia Sandu, ha già annunciato la sua decisione di contestare alla Corte Costituzionale il risultato dello scrutinio. Lei ha ribadito anche la richiesta relativa alle dimissioni della presidente della Commissione Elettorale Centrale, Alina Rusu, e del ministro degli Esteri, Andrei Galbur, per la gestione carente del processo elettorale presso le ambasciate e i consolati della Moldova.
Maia Sandu: “Queste elezioni non sono state né corrette, né libere. I nostri controcandidati hanno utilizzato metodi disonesti: strumentalizzazione, bugie, denaro sporco, risorse amministrative e persino i servizi speciali. Farò uso di tutti gli strumenti legali per chiedere lesaminazione di ciascuna contestazione.”
Anche lOSCE, che ha monitorato la campagna e il processo di voto, nota in un comunicato che il finanziamento dei candidati non è stato trasparente e che numerosi elettori non hanno potuto votare a causa della mancanza di schede elettorali. Gli osservatori interni accusano, dal canto loro, la limitazione del diritto di voto ai cittadini moldavi doltreconfine, ma anche il fatto che elettori della regione separatista pro-russa Transnistria, sostenitori di Dodon, sono stati trasportati, in modo organizzato, con decine di autobus, ai seggi elettorali.
Nel frattempo, Dodon ha ripreso, imperturbato, in unintervista al famoso quotidiano di Mosca Izvestija, i temi della sulla campagna elettorale. Il re-orientamento di Chişinău verso lUnione Russia-Bielorussia-Kazakistan, lidea di un referendum sulla cancellazione dellaccordo di associazione e libero scambio con lUnione Europea e la promessa che la sua prima visita in veste di capo dello stato avrà luogo a Mosca – non manca niente dal menu diplomatico del socialista capo.
Gli esperti, citati dai corrispondenti di Radio Romania a Chişinău, ammoniscono che lelezione di Dodon potrebbe provocare turbolenze nella politica estera della repubblica, mentre allinterno il neopresidente sarà impossibilitato a mantenere le promesse elettorali, perché il sostegno finanziario arriva dalloccidente – dal FMI, Banca Mondiale, Unione Europea e dalla Romania confinante.
A Bucarest, il presidente Klaus Iohannis si è limitato ad annunciare, in un comunicato, di “aver preso atto del voto espresso dai cittadini della Moldova”. Egli sostiene la necessità di garantire la stabilità interna, la continuazione delle riforme e liter europeo. Anche il Governo romeno spera che le istituzioni della Moldova collaborino per continuare sulla strada verso lEuropa. In nessuno dei due comunicati è menzionato il nome di Dodon. Klaus Iohannis usa solo il sintagma “il neo presidente della Moldova”, a proposito del quale dice che dovrà dimostrare saggezza ed equilibrio nel suo mandato. (traduzione di Gabriela Petre)