Moldova: Maia Sandu, eletta presidente
Dopo tre decenni dalla proclamazione dell’indipendenza da Mosca, in Moldova è stata eletta per la prima volta una donna nella carica di presidente. Economista, con un master in pubblica amministrazione presso l’università americana di Harvard, ex consigliere del direttore esecutivo della Banca Mondiale, già ministro e premier per poco tempo a Chişinău, la pro-occidentale Maia Sandu diventa, a 48 anni, capo dello stato al posto del socialista filorusso Igor Dodon. E’ stata eletta, domenica, dopo il ballottaggio presidenziale, con un numero significativo di voti: circa il 57%, mentre il presidente in carica ha ottenuto solo il 43%. E’ stata implicitamente anche una rivincita dopo che, quattro anni fa, il ballottaggio presidenziale tra gli stessi protagonisti si era terminato con la vittoria di Dodon. Stavolta, c’è stato un ampio voto a favore della Sandu, ma soprattutto contro Dodon.
Bogdan Matei, 16.11.2020, 12:25
Dopo tre decenni dalla proclamazione dell’indipendenza da Mosca, in Moldova è stata eletta per la prima volta una donna nella carica di presidente. Economista, con un master in pubblica amministrazione presso l’università americana di Harvard, ex consigliere del direttore esecutivo della Banca Mondiale, già ministro e premier per poco tempo a Chişinău, la pro-occidentale Maia Sandu diventa, a 48 anni, capo dello stato al posto del socialista filorusso Igor Dodon. E’ stata eletta, domenica, dopo il ballottaggio presidenziale, con un numero significativo di voti: circa il 57%, mentre il presidente in carica ha ottenuto solo il 43%. E’ stata implicitamente anche una rivincita dopo che, quattro anni fa, il ballottaggio presidenziale tra gli stessi protagonisti si era terminato con la vittoria di Dodon. Stavolta, c’è stato un ampio voto a favore della Sandu, ma soprattutto contro Dodon.
I candidati che promuovono la riunificazione con la Romania oppure almeno proeuropei, usciti dalla corsa elettorale dopo il primo turno, hanno subito annunciato il loro sostegno incondizionato a Maia Sandu nel secondo turno. La sorpresa è arrivata, però, da Bălţi (nord), la seconda città moldava come grandezza, il cui sindaco, il populista pro-russo Renato Usatîi, che si è piazzato al terzo posto al primo turno delle presidenziali, ha esortato il suo elettorato di circa il 17%, a votare sempre a favore dell’ex capo del Governo. Egli ha dichiarato che il Potere ha fatto pressioni su di lui affinché sostenesse Dodon e auspica che Maia Sandu smantelli il sistema di corruzione generalizzata controllato dall’attuale presidente.
Come nel primo turno, Maia Sandu è stata votata all’unanimità all’estero dove, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, è stata registrata un’affluenza record alle urne, di oltre 250.000 cittadini. La gente è andata a votare perché è interessata, vuole far sentire la sua voce, farsi rispettare e desidera che il potere offra soluzioni ai suoi problemi” — ha dichiarato il nuovo presidente eletto.
Stando agli analisti, il mandato presidenziale sarà molto più difficile delle elezioni. Maia Sandu diventa capo del più povero stato europeo, come indicano tutte le classifiche di specialità. Assume un’amministrazione segnata dalla corruzione, piena della clientela politica dell’ex presidente, dovrà coabitare con un Governo socialista pro-Mosca e collaborare con un Parlamento dominato sempre dalla sinistra. I più importanti alleati del nuovo presidente saranno i cittadini della propria repubblica, l’Unione Europea e, come ogni volta, la Romania. Da Bucarest, il presidente Klaus Iohannis si è subito congratulato con la sua nuova omologa per la vittoria ottenuta. Il premier Ludovic Orban ha promesso che il Governo romeno appoggerà le iniziative del nuovo presidente della confinante Moldova, sia a Bucarest che a Bruxelles.