Moldova: in attesa delle elezioni presidenziali
Otto persone aspirano alla presidenza della Moldova, ma il primo turno di scrutinio di domenica si annuncia privo di suspense. Più sondaggi sugli intenti di voto concordano che lo scrutinio finale del 15 novembre sarà uguale a quello di quattro anni fa. Il vincitore di allora, il presidente socialista filo-russo Igor Dodon, e l’ex premier pro-occidentale Maia Sandu, si piazzano ai primi posti, rispettivamente con oltre il 30% e con quasi il 20% dei voti. Gli altri candidati – della sinistra populista pro-Mosca, o della destra promotrice della riunificazione con la Romania oppure almeno sostenitrice dell’integrazione europea – non superano il 10%.
Bogdan Matei, 26.10.2020, 11:46
Otto persone aspirano alla presidenza della Moldova, ma il primo turno di scrutinio di domenica si annuncia privo di suspense. Più sondaggi sugli intenti di voto concordano che lo scrutinio finale del 15 novembre sarà uguale a quello di quattro anni fa. Il vincitore di allora, il presidente socialista filo-russo Igor Dodon, e l’ex premier pro-occidentale Maia Sandu, si piazzano ai primi posti, rispettivamente con oltre il 30% e con quasi il 20% dei voti. Gli altri candidati – della sinistra populista pro-Mosca, o della destra promotrice della riunificazione con la Romania oppure almeno sostenitrice dell’integrazione europea – non superano il 10%.
Come sempre in Moldova, il voto sarà non solo politico, ma geopolitico. Eletto la prima volta con un programma palesemente pro-russo, Dodon sostiene adesso la difesa e il consolidamento della statalità della Moldova e la promozione di una politica equilibrata tra Mosca e Bruxelles. Maia Sandu, candidata del Partito Azione e Solidarietà, da sempre sostenitrice della lotta alla corruzione, accusa il suo sfidante di aver bloccato la riforma nella giustizia.
Un’indagine giornalistica, pubblicata la settimana scorsa, ha offerto un vantaggio in più a Maia Sandu, svelando dettagli sull’intromissione dell’amministrazione presidenziale della Federazione Russa nella politica interna della Moldova. Dall’indagine intitolata “Kremlinovici”, che richiama il soprannome utilizzato da Igor Dodon, risulta che quest’ultimo sia stato collaboratore dei servizi segreti russi, accusa smentita con veemenza dall’interessato. Fatto sta, tuttavia, che il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha dichiarato, giovedì, che auspica che allo scrutinio i cittadini apprezzino gli sforzi dell’attuale presidente di avvicinare la Moldova alla Federazione Russa.
Gli analisti politici, citati dai corrispondenti di Radio Romania a Chişinău, affermano che è già un’abitudine che la Russia s’intrometta nelle elezioni organizzate in Moldova, però stavolta si tratta di un coinvolgimento molto più attivo. D’altra parte, loro si aspettano a una scarsa affluenza alle urne generata, in ugual misura, dalla paura di contagio dal Covid-19 e dall’avversione di gran parte dell’elettorato nei confronti della classe politica.
Lo scrutinio si svolge in condizioni particolari e, a causa delle restrizioni di viaggio imposte da numerosi Paesi per contenere la diffusione della pandemia di coronavirus, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha annunciato che non invierà più osservatori alle elezioni presidenziali in Moldova. I commentatori affermano all’unanimità che, solo dopo il primo turno, seguiranno due settimane intense, in cui ognuno dei finalisti dovrà non solo assicurarsi il sostegno del proprio elettorato, ma anche conquistare nuovi voti.