Moldova: il romeno, lingua ufficiale
Decisione storica della Corte Costituzionale della Moldova (repubblica ex sovietica, a maggioranza romenofona, confinante con la Romania), che rappresenta un riscatto storico, linguistico e morale. Dopo aver esaminato due segnalazioni inoltrate da una serie di deputati, la Corte ha sancito che la lingua ufficiale della Moldova è il romeno. La decisione è basata sul testo della Dichiarazione di Indipendenza da Mosca, adottato il 27 agosto del 1991, in cui i riferimenti alla lingua romena sono espliciti, nonostante l’articolo 13 della Legge fondamentale parli di un idioma moldavo, del resto inesistente.
Bogdan Matei, 06.12.2013, 13:33
Decisione storica della Corte Costituzionale della Moldova (repubblica ex sovietica, a maggioranza romenofona, confinante con la Romania), che rappresenta un riscatto storico, linguistico e morale. Dopo aver esaminato due segnalazioni inoltrate da una serie di deputati, la Corte ha sancito che la lingua ufficiale della Moldova è il romeno. La decisione è basata sul testo della Dichiarazione di Indipendenza da Mosca, adottato il 27 agosto del 1991, in cui i riferimenti alla lingua romena sono espliciti, nonostante l’articolo 13 della Legge fondamentale parli di un idioma moldavo, del resto inesistente.
“La Corte Costituzionale ha deciso: 1 — conformemente al preambolo della Costituzione, la Dichiarazione di Indipendenza della Moldova è inclusa nella Costituzione. 2 — Qualora esistano divergenze tra il testo della Dichiarazione di Indipendenza e il testo della Costituzione, il testo costituzionale primario della Dichiarazione di Indipendenza prevale. 3 — Questa decisione è definitiva, inattaccabile, entra in vigore dalla data di adozione e viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Moldova”, ha spiegato il presidente della Corte Costituzionale di Chisinau.
Ci sono voluti quasi un secolo e un consumo di energia a prima vista assurdo per la validazione di una verità linguistica evidente. I concetti di lingua moldava e popolo moldavo, diverso da quello romeno, sono stati “brevettati” dalla Russia sovietica a breve tempo dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917. La posta in gioco era di giustificare l’occupazione dei territori orientali romeni annessi, nel 1940, da Mosca, in seguito ad un ultimatum. Irreprimibli nostalgie sovietiche e l’aperta romenofobia di molti dei deputati di sinistra dell’epoca spiegano la perpetuazione della menzogna nella Costituzione adottata nel 1994. A Bucarest, la classe politica ha salutato all’unisono la decisione dei giudici di Chisinau.
“È un atto di giustizia nei confronti dell’atto di indipendenza della Moldova, un atto di giustizia nei confronti della storia dei cittadini della Moldova e un atto di giustizia nei confronti dei cittadini della Moldova che si sentono romeni. Le implicazioni sono molto profonde. Nell’Ue ci saranno due stati con il romeno lingua ufficiale. La Moldova ha un grande vantagio perchè potrà beneficiare della documentazione della Romania di adesione all’Ue e della legislazione della Romania come tale”, ha sottolineato il capo dello stato romeno Traian Basescu.
Dal canto suo, il premier romeno Victor Ponta ha valutato che la decisione della Corte Costituzionale di Chisinau è un’altra buona notizia per i cittadini moldavi dopo la sigla dell’Accordo di Associazione della Moldova all’Ue al vertice di Vilnius.