Moldova: decisione favorevole alla presidente
La Corte Costituzionale della Moldova (repubblica a maggioranza romenofona) ha deciso che l’impossibilità a formare il governo è una circostanza che giustifica lo scioglimento del Parlamento. La situazione era stata segnalata alla Corte dalla presidente pro-europea Maia Sandu. La decisione giunge dopo che, due volte in un periodo di tre mesi, i deputati hanno fallito a investire un nuovo governo in seguito alle dimissione del governo di Ion Chicu, e rende possibili elezioni anticipate.
Eugen Coroianu, 16.04.2021, 12:06
La Corte Costituzionale della Moldova (repubblica a maggioranza romenofona) ha deciso che l’impossibilità a formare il governo è una circostanza che giustifica lo scioglimento del Parlamento. La situazione era stata segnalata alla Corte dalla presidente pro-europea Maia Sandu. La decisione giunge dopo che, due volte in un periodo di tre mesi, i deputati hanno fallito a investire un nuovo governo in seguito alle dimissione del governo di Ion Chicu, e rende possibili elezioni anticipate.
Eletta a capo dello stato alla fine dello scorso anno, Maia Sandu ha sostenuto personalmente la propria causa davanti alla Corte e, secondo l’agenzia stampa Reuters, afferma che la maggior parte dei cittadini moldavi sono favorevoli all’organizzazione di elezioni politiche anticipate. A Chișinău, la situazione politica resta instabile, con un governo interinale e tensioni tra il parlamento e la presidenza. I socialisti di Igor Dodon e i loro alleati nel Legislativo, i membri del partito fondato dall’oligarca latitante Ilan Shor, hanno istituito lo stato di emergenza fino al 31 maggio, per motivi di pandemia, però senza adottare misure chiare per il suo contrasto.
Secondo la Costituzione, il Parlamento non può essere sciolto durante lo stato di emergenza però, stando agli esperti, il vero motivo sarebbe il rinvio delle elezioni anticipate. I socialisti temono un nuovo scrutinio, poiché secondo i sondaggi, rischiano di perdere la metà dei seggi detenuti adesso nel Parlamento. Gli analisti sono del parere che useranno ogni mezzo possibile a loro disposizione per impedire un ritorno più rapido dei cittadini alle urne. Anche la decisione di istituire lo stato di emergenza è stata contestata alla Corte Costituzionale, per il motivo che un governo dimissionario non avrebbe il diritto di proporre una simile misura. Intanto, i membri del Governo ad interim sono convocati settimanalmente dalla presidente del Parlamento, Zinaida Greceanîi, del Partito Socialista, per esaminare questioni amministrative.
Stando all’esperto di diritto costituzionale di Chișinău, Teodor Cârnaţ, la situazione è un abuso e una violazione del principio della separazione dei poteri nello stato. Secondo lui, citato da Radio Romania Attualità, il Parlamento è un’istituzione collegiale, perciò i membri del Governo dovrebbero informare e discutere la situazione nella plenaria, non con la presidente, separatamente. I rispettivi incontri hanno scopi politici, mentre il Partito Socialista sta cercando di mantenere il controllo sul Governo e di trasmettere messaggi elettorali alla società, è del parere un altro analista moldavo, Veceslav Berbeca.
Igor Dodon, il predecessore pro-russo di Maia Sandu, ha esortato al rifiuto della decisione della Corte Costituzionale ed ha chiesto le dimissioni dei giudici, dichiarando che si trattasse di un tentativo di “colpo costituzionale”. La decisione è però definitiva, non può essere sottoposta a ulteriori vie d’attacco ed entra in vigore alla data dell’adozione.