Moldova: cinque anni da manifestazioni anticomuniste
Il 7 aprile ricorrono cinque anni dalla manifestazione anticomunista di Chisinau, capitale della confinante Moldova. La brutale repressione ha provocato numerose vittime. Decine di migliaia di giovani sono in strada per protestare contro il broglio delle elezioni politiche dello stesso anno, che dichiaravano vincitori i comunisti al governo.
Valentin Țigău, 07.04.2014, 12:29
In seguito alle proteste, l’opposizione ha bloccato per due volte in Parlamento l’elezione del candidato comunista alla massima carica nello stato, il che ha portato allo scioglimento del legislativo e alla convocazione di elezioni anticipate a luglio 2009. A questo scrutinio, i comunisti non hanno più ottenuto la maggioranza, cosicchè le redini del Paese sono state prese dai partiti democratici.
Cinque anni dopo le vicende, le cose sono ancora poco chiare. I comunisti le definiscono un golpe attuate con il sostegno dell’Ovest e della Romania, posizione respinta sia da Bucarest che dalle cancellerie occidentali. Inoltre, continuano gli accertamenti sulla morte di tre moldavi e sul ferimento di oltre 300, in maggioranza giovani, negli scontri con le forze dell’ordine.
“E’ difficile delineare un’immagine complessiva sul modo di azione e interazione di tutte le componenti attirate nello scenario sovversivo, sul ruolo di una persona o di un’altra, sui meccanismi, sulle tattiche e sui principi di applicazione”, ha dichiarato il direttore del Servizio Informazioni e Sicurezza di Chisinau, Mihai Balan.
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A cinque anni dalle manifestazioni anticomuniste, la Moldova conferma la sua opzione filoeuropea per la democrazia, seguita dalla coalizione governativa. Entro giugno, l’ex repubblica sovietica firmerà l’Accordo di associazione e di libero scambio con l’UE.
Avvocato della Moldova in questo percorso, la Romania conferma, per la voce del premier Victor Ponta, la volontà di Bucarest di portare avanti questa politica:
“Non posso che auspicare di tutto il cuore la prosperità, la calma e la sicurezza della Moldova, e che, nel 2019, quando la Romania avrà la presidenza di turno dell’UE, al tavolo dei suoi membri ci sia anche la Moldova”, ha detto il premier Victor Ponta.
Alla luce delle complicazioni geopolitiche generate dalla crisi ucraina e dal focolaio di instabilità generato dal separatismo in Transnistria, il mantenimento del percorso filoeuropeo di Chisinau sarà molto importante non solo in vista delle elezioni politiche in programma a novembre, ma anche dopo.