Mobilitazione per la Giustizia
Quest’anno è iniziato a Bucarest esattamente come si è concluso l’anno scorso: con accuse virulente, lanciate da più persone, che la maggioranza governativa PSD-ALDE, affiancata dall’UDMR, stia cercando di sottomettere i magistrati e porre fine al contrasto della corruzione. Già da lunedì, 1 gennaio, più di 200 persone hanno protestato, davanti alla sede del Governo, contro le modifiche apportate a dicembre dal Potere alle leggi sulla Giustizia, con una celerità insolita per un Parlamento che, in altri casi, adotta leggi piuttosto lentamente. Nella seduta di venerdì del Consiglio Supremo della Magistratura, il presidente Klaus Iohannis ha criticato i dibattiti nella commissione parlamentare speciale incaricata delle leggi sulla Giustizia, sostenendo che la procedura è stata “recentemente inventata”, e che i colloqui si sono svolti “chiudendo la bocca” all’opposizione di destra — PNL, USR, PMP.
Bogdan Matei, 08.01.2018, 11:36
Sabato, a Timişoara (ovest) e domenica, a Cluj (nord-ovest), centinaia di persone sono scese in piazza sempre per chiedere al Governo e al Parlamento di rispettare l’indipendenza della giustizia. Domenica, 19 organizzazioni non-governative hanno chiesto al presidente Iohannis, in una lettera aperta, di mediare ciò che loro hanno chiamato il conflitto fra lo stato e la società. I firmatari sostengono che il potere politico stia cercando di minare la lotta alla corruzione, di mettere in pericolo l’indipendenza dei procuratori e di asservire il potere giudiziario. Loro chiedono al presidente di rivolgersi alla Commissione di Venezia per avere un punto di vista che chiarisca se le modifiche sono compatibili con gli standard fondamentali dello stato di diritto.
In replica, nel Parlamento, nel Governo, nei mass-media, le voci del Potere ripetono che le leggi andavano riviste per farle concordare con alcune decisioni della Corte Costituzionale della Romania e con sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dove Bucarest ha perso numerosi processi a causa delle anomalie esistenti nei tribunali e nei penitenziari. Immutate da 13 anni, cioè da prima dell’adesione all’UE, le leggi sulla giustizia hanno fatto possibili abusi da parte dei procuratori e dei giudici — aggiungono ancora i sostenitori delle modifiche.
Gli analisti accusano invece il modo precipitoso, se non addirittura caotico, in cui sono state adottate. Loro ricordano che, grazie ai procuratori DNA, sono stati possibili, negli anni passati, la condanna di un ex premier, l’inchiesta e il rinvio a giudizio di un primo ministro in carica, l’arresto di un giudice della Corte Costituzionale, del sindaco generale e dei sei sindaci dei rioni di Bucarest. Decine di ex membri del Governo e del Parlamento, sindaci di più città, presidenti di consigli provinciali o prefetti, di destra o di sinistra, al potere o all’opposizione, i protagonisti dei casi di corruzione coprono l’intera classe politica e tutte le zone della Romania. I commentatori aggiungono che, tramite la modifica delle leggi sulla giustizia, i politici cercherebbero, infatti, di tornare ad essere una casta intangibile.