MO: Romania appoggia senza riserbi piano Kerry
Anche se lontani migliaia di chilometri dall’epicentro del conflitto, i romeni hanno sempre espresso un interesse particolare per la situazione nel Medio Oriente. La sensibilità religiosa di un popolo a maggioranza ortodossa ha alimentato costantemente il fascino per la Terra Santa. Centinaia di migliaia di israeliani provenienti dalla Romania costituiscono il più solido ponte tra i due Paesi.
Bogdan Matei, 22.01.2014, 12:15
Anche se lontani migliaia di chilometri dall’epicentro del conflitto, i romeni hanno sempre espresso un interesse particolare per la situazione nel Medio Oriente. La sensibilità religiosa di un popolo a maggioranza ortodossa ha alimentato costantemente il fascino per la Terra Santa. Centinaia di migliaia di israeliani provenienti dalla Romania costituiscono il più solido ponte tra i due Paesi.
Mentre le decine di migliaia di giovani arabi, tra cui numerosi palestinesi, che hanno studiato nelle università romene nel dopoguerra, hanno alimentato, dal canto loro, l’interessamento di molti romeni verso le evoluzoni nella regione. Vi si è aggiunta, nel 1967, l’inaspettata opzione di Bucarest, l’unica tra le capitali dell’ex blocco comunista che, contrariamente agli ordini di Mosca, ha rifiutato di rompere le relazioni diplomatiche con Israele.
Al di là dell’immagine che il dittatore Nicolae Ceausescu tentava di costruirsi, facendo da mediatore tra israeliani e palestinesi in quanto aspirava al Nobel, mentre torturava il proprio popolo, resta evidente il fatto che la Romania è sempre stata un interlocutore credibile per entrambe le parti.
D’altronde, dopo il crollo di Ceausescu, tutti i presidenti romeni postcomunisti si sono affiancati agli sforzi di pace della comunità internazionale nel Medio Oriente, e si sono recati nella regione per incontrare i leader di Tel Aviv e Ramallah.
In questi giorni, il presidente Traian Basescu ha detto sia al collega israeliano Shimon Peres che al leader palestinese Abu Mazen che la Romania appoggia senza riserbi l’iniziativa di pace del segretario di stato americano John Kerry. Il capo della diplomazia statunitese, che si confronta con le posizioni irreconciliabili dei due schieramenti, ha discusso nuovamente di recente con i leader israeliani e palestinesi su una nuova bozza di accordo-quadro riguardante le frontiere, la sicurezza, lo status di Gerusalemme e la sorte dei rifugiati palestinesi.
Basescu ha ribadito che la pace è impossibile in mancanza di garanzie per la sicurezza d’Israele e che i palestinesi hanno il diritto al proprio stato. “Credo sia il punto di vista di tutti quanti amano questa regione, precisamente che nessuno di questi problemi possa essere risolto in mancanza di un compromesso che abbia un unico obiettivo: due stati in sicurezza e pace”, ha detto Traian Basescu, aggiungendo che i negoziati israeliano — palestinesi devono essere volti a portare la pace e non a ripristinare la verità storica.
Il capo dello stato ha spiegato di essere interessato all’ultimazione dei negoziati di pace anche perchè, sia in Israele che nei territori palestinesi, vivono moltissimi cittadini romeni, per la cui sorte Bucarest si considera direttamente responsabile.