Misure per medici e professori
Dopo l’adesione della Romania all’UE nel 2007, nel contesto della libertà di circolazione nell’Unione Europea, la Romania ha perso medici costantemente. I medici e le infermiere hanno deciso di trasferirsi nell’Europa occidentale, cioè nei Paesi ricchi — in Francia, Germania e Gran Bretagna — dove il loro statuto professionale è migliore, imparagonabile a quello che avevano a casa. Le spese per il sistema sanitario per abitante varia molto tra gli stati membri dell’Unione. I dipendenti di questo settore hanno deciso di orientarsi verso zone in cui ci sono più fondi, per cui, nel periodo 2009-2015, la Romania ha perso la metà dei medici.
Roxana Vasile, 18.10.2017, 13:34
Più di 4.000 medici romeni lavorano in Francia, mentre in Germania il loro numero si avvicina alla stessa cifra. Vi si aggiungono gli oltre 3.000 connazionali che vivono in Gran Bretagna, i circa 600 del Belgio e i circa 800 di Italia e Spagna.
Nemmeno i professori sono pagati, in Romania, come meriterebbero, motivo per cui la nobile professione di insegnante non è più attraente per i giovani bravi o che hanno una vocazione per questo mestiere. Dalle scuole primarie fino alle università, i centri di insegnamento della Romania si confrontano con una carenza acuta di personale. Gli insegnanti non sono partiti solo all’estero, ma anche nel settore privato romeno che offre stipendi anche cinque volte più alti.
Negli ultimi anni, i partiti che si sono succeduti al potere hanno cercato, spesso senza grande successo, di rimediare la situazione: si è andati da promesse di aumenti salariali e crescite effettive, fino a facilità professionali e logistiche. Solo questa settimana, il Senato di Bucarest ha adottato un emendamento tramite cui i medici e i professori potranno inoltrare, anche dopo l’età di 35 anni, richieste per abitazioni costruite dall’Agenzia Nazionale per le Abitazioni, subordinata al Ministero dello Sviluppo Regionale, della Pubblica Amministrazione e dei Fondi Europei. Il senatore liberale, Marcel Vela: “Lo stato romeno investe somme enormi affinché un giovane studente diventi medico, e se noi, il legislativo, non apriamo loro la porta affinché entrino più facilmente nella loro zona professionale, sappiate che questi medici neolaureati sono sollecitati e tentati di andare in altri stati per portare a compimento la loro formazione professionale.”
Dal canto suo, la professoressa Ecaterina Andronescu, già ministra dell’Istruzione e attualmente senatrice socialdemocratica ha sostenuto la causa dei professori: “Oso pregarvi di accettare che completiamo l’emendamento alla legge e, secondo l’emendamento, aggiungiamo anche i professori ai medici neolaureati e ai medici specialisti. Perché senza dubbio, in tutte le comunità, i professori sono estremamente importanti.”
L’emendamento è stato adottato all’unanimità e trasmesso alla Camera dei Deputati, che è istituzione decisionale. (tr. G.P.)