Misure per l’insegnamento in Romania
Il 14 settembre, la maggior parte delle scuole romene riaprirà i battenti, rientrando nel cosiddetto scenario verde in presenza. Non è anche il caso della capitale Bucarest, dove la situazione epidemiologica e il gran numero di alunni di una classe hanno imposto lo scenario giallo, con una parte degli allievi in presenza e gli altri a casa a seguire le lezioni online. Ma a livello nazionale, distribuite in maniera relativamente uniforme, ci sono anche delle scuole che non saranno aperte fisicamente e che rientrano nello scenario rosso, con i corsi a distanza.
Ştefan Stoica, 11.09.2020, 10:18
Il 14 settembre, la maggior parte delle scuole romene riaprirà i battenti, rientrando nel cosiddetto scenario verde in presenza. Non è anche il caso della capitale Bucarest, dove la situazione epidemiologica e il gran numero di alunni di una classe hanno imposto lo scenario giallo, con una parte degli allievi in presenza e gli altri a casa a seguire le lezioni online. Ma a livello nazionale, distribuite in maniera relativamente uniforme, ci sono anche delle scuole che non saranno aperte fisicamente e che rientrano nello scenario rosso, con i corsi a distanza.
A seconda dell’evoluzione dell’epidemia, le cose possono cambiare sia in meglio che in peggio. L’intera estate è stata segnata da un alto numero di contagi giornalieri, alimentando le preoccupazioni dei genitori e degli insegnanti sul modo in cui si svolgerà il prossimo anno scolastico. I problemi specifici generati dal virus si sovrappongono su quelli cronici del sistema di insegnamento. I più gravi riguardano la scarsità o la precarietà delle dotazioni.
Sotto la pressione del tempo, le autorità tentano di rimediarle. Il Governo ha aumentato il budget del Ministero dell’Istruzione di 100 milioni di lei (20 milioni di euro) provenienti dalla riserva del bilancio di stato, per finanziare il Programma Nazionale Studiare in sicurezza. Il capo della cancelleria del primo ministro, Ionel Dancă, ha spiegato come saranno utilizzati questi fondi. Sono state stanziate le somme necessarie che consentano agli ispettorati scolastici di acquistare computer portatili, materiali sanitari e dispositivi elettronici, nonchè webcam o tablet, affinchè il personale didattico possa svolgere le lezioni online laddove imposto la situazione epidemiologica, ha detto Ionel Dancă.
Il Governo ha adottato anche un memorandum che prevede la connessione all’internet in 3.150 scuole, nonchè un decreto per l’occupazione di 500 posti di lavoro per il personale didattico e non didattico nel sistema preuniversitario. Una misura che fa seguito alla decisione di numerosi insegnanti di andare in pensione, in quanto ultra 60enni che temevano per la propria salute. Le autorità locali hanno il compito di assumere nelle scuole personale medico, il cui salario verrà pagato dal budget del Ministero della Salute.
Dall’opposizione, il PSD accusa il governo di non aver preparato come si deve il nuovo anno scolastico in materia di sicurezza sanitaria e di non aver appoggiato le autorità locali nell’organizzare il processo didattico per prevenire il diffondersi del nuovo coronavirus. A quattro giorni dall’inizio dell’anno scolastico, il governo non si è attenuto agli obblighi, anche se ha avuto tutta l’estate a disposizione. Quindi, non può dire di essere stato colto di sorpresa. Non ci sono tablet, non ci sono mascherine, non si fanno tamponi agli insegnanti e in moltissimi casi non ci sono manuali, ha detto il primo vicepresidente del PSD, Sorin Grindeanu. A suo avviso, in questo momento il 26% delle scuole non beneficia di infrastruttura fissa per l’accesso all’internet. La Romania è in piena campagna elettorale per le amministrative del 27 settembre.