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Ministro Vela, Romania preparata nell’evenienza di flusso migratorio

In questo momento, la Romania è preparata per far fronte all’evenienza di un flusso migratorio. Lo assicura il ministro dell’Interno in carica, Marcel Vela, precisando che il Paese ha una capienza di 1.300 posti per alloggio, con la possibile estensione a 2.700. Il ministro ha spiegato che, qualora si verificasse un massiccio flusso di migranti, verranno applicate le misure prestabilite per gestire la situazione. Il sostegno logistico potrà essere fornito anche dal Ministero della Difesa e dalla Croce Rossa, ha detto il ministro.

Ministro Vela, Romania preparata nell’evenienza di flusso migratorio
Ministro Vela, Romania preparata nell’evenienza di flusso migratorio

, 06.03.2020, 13:00

In questo momento, la Romania è preparata per far fronte all’evenienza di un flusso migratorio. Lo assicura il ministro dell’Interno in carica, Marcel Vela, precisando che il Paese ha una capienza di 1.300 posti per alloggio, con la possibile estensione a 2.700. Il ministro ha spiegato che, qualora si verificasse un massiccio flusso di migranti, verranno applicate le misure prestabilite per gestire la situazione. Il sostegno logistico potrà essere fornito anche dal Ministero della Difesa e dalla Croce Rossa, ha detto il ministro.

A livello nazionale, nell’evenienza di un massiccio flusso di migranti, verranno applicati i provvedimenti del documento operativo inter-istituzionale che stabilisce delle misure concrete per tutte le istituzioni dello Stato. Le misure riguardano la sicurezza della frontiera di stato, la creazione di centri integrati incaricati al triage sui migranti, l’aumento della capienza di alloggio nei centri dell’Ispettorato Generale Migrazioni. Per il sostegno logistico, potranno essere utilizzate anche le capacità tecniche del Ministero della Difesa e della Croce Rossa, ha detto Marcel Vela.

La dichiarazione fa seguito alla situazione al confine della Turchia con l’UE e all’annuncio delle autorità di Ankara di consentire ai rifugiati che si trovano sul suo territorio di dirigersi verso gli stati comunitari. E’ stata l’uccisione di 33 militari turchi in un attacco delle forze governative siriane nel nord-ovest della provincia Idlib a determinare la decisione del presidente Recep Tayyp Erdogan di consentire ai migranti di continuare il percorso verso l’Europa, nonostante l’accordo del 2016 che prevedeva fondi UE di sei miliardi di euro destinati alla Turchia per i programmi svolti dalle ong a favore dei circa 3,7 milioni di profughi siriani sul suo territorio.

Le agenzie stampa notano che il presidente Erdogan preme sull’UE e sulla NATO per ottenere il loro sostegno nelle operazioni militari della Turchia in Siria. Se i Paesi europei vogliono risolvere il problema, allora dovranno sostenere le soluzioni politiche e umanitarie turche in Siria, ha detto Erdogan. Intanto, la Grecia ha annunciato di aver impedito a circa 10.000 migranti di attraversare la sua frontiera con la Turchia. Alla luce del nuovo flusso migratorio, la Frontex ha consolidato la presenza nel Mar Egeo.

Nel corso di una visita ad Ankara, il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha annunciato aiuti umanitari urgenti di 170 milioni di euro per le persone più vulnerabili di Siria. Da parte sua, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, segue con massima attenzione e preoccupazione gli sviluppi al confine dell’UE con la Turchia, assicurando il pieno appoggio di Bruxelles alla Grecia e alla Bulgaria, confrontate con questo flusso di profughi.

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