Militari romeni in missioni internazionali
Fedele ai suoi impegni di solidarietà militare internazionale, la Romania continuerà a partecipare anche l’anno prossimo principalmente alla missione Resolute Support dell’Alleanza Nord-Atlantica in Afghanistan, ma anche alle operazioni KFOR della NATO e ALTHEA dell’Unione Europea nei Balcani. La decisione è stata presa giovedì dal Consiglio Supremo di Difesa del Paese, che ha precisato che lo scopo della presenza delle forze romene all’estero sarà la difesa della Romania e dei suoi alleati, e la promozione della stabilità regionale e globale. In cifre, 1.181 militari romeni saranno messi a disposizione nel 2016 dal Ministero della Difesa Nazionale, in crescita di 158 rispetto al corrente anno.
Roxana Vasile, 11.12.2015, 12:56
Dei 1.181, 943 andranno in teatri operativi, nonchè in missioni individuali di monitoraggio e sorveglianza, mentre 238 rimarranno nel paese, con la possibilità di essere dislocati su ordine – si legge in un comunicato del Consiglio Supremo di Difesa. A sua volta, il Ministero degli Interni metterà a disposizione per le missioni dell’Unione Europea, dell’OSCE, della NATO e dell’ONU dell’anno prossimo 1.530 gendarmi e poliziotti, di cui 1.054 parteciperanno a missioni e 476 potranno essere dislocati su ordine. Lo stesso Consiglio Supremo di Difesa del Paese ha sottolineato nella seduta di giovedì che la Romania intende aumentare il budget della difesa al 2% del Pil fino al 2017 – provvedimento richiesto dal suo statuto di membro della NATO, di cui è entrata a far parte nel 2004.
D’altronde, di recente, citato dalla pubblicazione Romania Libera, un responsabile americano salutava il fatto che la Romania ha fermato la discesa delle spese militari. Gli Stati Uniti hanno preso, inoltre, atto dell’impegno di Bucarest – espresso già dall’inizio del 2015 dal presidente Klaus Iohannis – di arrivare nel 2017 al 2% del Pil per la Difesa, nel contesto in cui 21 dei 28 Paesi membri della NATO hanno aumentato già da quest’anno le spese destinate a questo settore. Per il 2016, stando alla bozza della Finanziaria, alla Difesa spetterà l’1,4% del Pil, tra i progetti di investimenti annoverandosi l’acquisto di veicoli da combattimento, autoblindo o la modernizzazione delle fregate Re Ferdinando e Regina Maria, acquistate nel 2003 dalla Marina Reale della Gran Bretagna.
In accordo con le evoluzioni dell’ambiente di sicurezza, estremamente complicate, il Consiglio Supremo di Difesa del Paese ha approvato anche la strategia di informazioni del Servizio Romeno di Informazioni per il periodo 2015-2019, che ha stabilito le prossime tappe di aggiornamento del quadro legale sulla prevenzione e il contrasto al terrorismo, per consentire l’adeguamento delle capacità nazionali ai nuovi tipi e livelli di minaccia, nonchè il raccordo alle normative europee e internazionali in materia. E sempre alla riunione del Consilio Supremo di Difesa, è stato approvato il Piano nazionale di priorità informative, documento che include le principali categorie di rischi, minacce e vulnerabilità alla sicurezza nazionale per l’anno prossimo.