Migranti e recinzioni
Daniela Budu, 13.09.2016, 15:31
Secondo
lui, bisogna evitare la creazione di eventuali nuove rotte di migrazione dalla
Serbia o dalla Bulgaria verso la Romania, il che necessiterebbe nuovi sforzi da
parte delle autorità ungheresi, simili a quelli fatti al confine meridionale
del Paese. Gyorgy Bakondi ha affermato che, se fosse necessario si potrebbe
costruire una recinzione di filo spinato anche al confine con la Romania,
ricordando che sono state già portate a compimento le attività di progettazione
e sistemazione del terreno, gli elementi di recinzione essendo depositati nella
zona e che l’Esercito Ungherese ha una ricca esperienza per quanto riguarda la
realizzazione di lavori del genere.
Il
Governo di Budapest ha deciso, lo scorso autunno, di costruire simili
recinzioni ai suoi confini con la Serbia e la Croazia e sono state introdotte
di recente anche alcune regolamentazioni più severe che prevedono la scorta al
di là delle recinzioni di filo spinato dei migranti illegali fermati su una
striscia larga otto chilometri lungo i confini meridionali.
Ultimamente,
il tema della migrazione è sempre più presente nelle dichiarazioni dei
rappresentanti del governo di Budapest, che cercano di convincere sempre più
cittadini a partecipare al referendum sul tema delle quote obbligatorie di
rifugiati da accogliere, che avrà luogo il 2 ottobre.
Lunedì,
il premier Viktor Orban ha criticato nuovamente la politica europea sui
rifugiati, che, nella sua opinione mette l’Europa in pericolo. Orban ha aggiunto
che lo scopo dell’azione di consultare la popolazione che avrà luogo il mese
prossimo è la difesa dell’Ungheria, l’unico Paese europeo in cui le persone
potranno esprimere la loro opinione in merito nell’ambito di un referendum.
Le
prime reazioni alle dichiarazioni degli esponenti ungheresi sono arrivate dal
ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, che critica le politiche
di Budapest sulla migrazione ed afferma che l’Ungheria andrebbe esclusa dall’UE.
La recinzione che l’Ungheria sta costruendo per tenere alla larga i
profughi diventa sempre più lunga, più alta e più pericolosa. Manca poco che
l’Ungheria dia l’ordine che sia aperto il fuoco contro i rifugiati, ha
aggiunto Asselborn. (traduzione di Gabriela Petre)