Manovra finanziaria a fine anno
La seconda manovra finanziaria di quest’anno, approvata, giovedì, dal nuovo Governo liberale di Bucarest, aumenta il deficit di bilancio al 4,4% del PIL, rispetto al 4,3%, cifra prevista nel documento sottoposto inizialmente a dibattitto pubblico. Il ministro delle Finanze, Florin Cîţu, ha spiegato che, negli ultimi due giorni, sono state scoperte spese per cui l’ex governo socialdemocratico non aveva previsto fondi. Egli ha annunciato l’aumento di 2 miliardi di lei (pari a circa 400 milioni di euro) della somma stanziata al pagamento dei diritti di previdenza sociale fino a fine anno. Si tratta di pensioni, assegni per i figli, indennità per i disabili e così via. Florin Cîţu ha inoltre aggiunto che sono stati stanziati più fondi anche per il pagamento degli stipendi aumentati nelle istituzioni sanitarie pubbliche e per i farmaci.
Bogdan Matei, 29.11.2019, 14:21
La seconda manovra finanziaria di quest’anno, approvata, giovedì, dal nuovo Governo liberale di Bucarest, aumenta il deficit di bilancio al 4,4% del PIL, rispetto al 4,3%, cifra prevista nel documento sottoposto inizialmente a dibattitto pubblico. Il ministro delle Finanze, Florin Cîţu, ha spiegato che, negli ultimi due giorni, sono state scoperte spese per cui l’ex governo socialdemocratico non aveva previsto fondi. Egli ha annunciato l’aumento di 2 miliardi di lei (pari a circa 400 milioni di euro) della somma stanziata al pagamento dei diritti di previdenza sociale fino a fine anno. Si tratta di pensioni, assegni per i figli, indennità per i disabili e così via. Florin Cîţu ha inoltre aggiunto che sono stati stanziati più fondi anche per il pagamento degli stipendi aumentati nelle istituzioni sanitarie pubbliche e per i farmaci.
Anche il ministero dello Sviluppo Regionale riceve fondi in più per il Programma Nazionale di Sviluppo Locale (PNDL). Aumenteranno anche i fondi destinati al programma Start-Up Nation. Aumentano pure i budget del Servizio Romeno di Informazioni (SRI), del Servizio di Informazioni Estere (SIE) e del Servizio di Vigilanza e Protezione (SPP), per i quali la rettifica di bilancio è stata approvata, mercoledì, nella seduta del Consiglio Supremo di Difesa. In seguito alla manovra finanziaria perderanno fondi i ministeri dell’Istruzione, dell’Interno e dei Trasporti.
Con questa rettifica, poniamo fine alle pratiche tramite cui il denaro che doveva andare alla previdenza sociale veniva utilizzato per i baroni locali, mentre a fine anno il deficit era diminuito in maniera artificiale rinviando alcuni pagamenti all’anno prossimo. Osserviamo la legge e tramite questa manovra finanziaria faremo vedere quello che è stato rubato, dove, e in che settori ci sono state sopravalutazioni” — ha dichiarato il ministro Cîţu, un accanito avversario del precedente governo socialdemocratico di Viorica Dăncilă.
Il deficit di bilancio poteva essere mantenuto intorno al 3% del PIL, sostiene, invece, l’economista Cristian Socol, uno degli autori del programma di governo del PSD. Lui ritiene che la manovra finanziaria proposta dal Governo Ludovic Orban sia uno spreco del denaro pubblico e che poi il governo darà la colpa all’eredità pesante lasciata dai socialdemocratici. Nella sua opinione, alcune delle spese inserite nella bozza della manovra finanziaria potevano essere scaglionate, come gli oltre 6 miliardi di lei stanziati al Programma Nazionale di Sviluppo Locale, i rimborsi di IVA, i risarcimenti all’Autorità Nazionale per la Restituzione delle Proprietà oppure ciò che lui definisce spese discrezionali.
Cristian Socol è del parere che gli incassi avrebbero potuto aumentare se l’Agenzia delle Entrate avesse fatto uno sforzo per raccogliere le imposte fino alla fine dell’anno. Al di là delle dispute politiche, l’economista capo della Banca Centrale, Valentin Lazea, attira l’attenzione sui rischi comportati dall’aumento delle pensioni, secondo la nuova legislazione vigente. Egli ammonisce che l’impatto negativo, già avvertito, porterà all’aumento del deficit di bilancio e ritiene opportuno un rinvio dell’applicazione della nuova legge sulle pensioni, adottata dall’ex maggioranza socialdemocratica.