Manifestazioni pro e contro la DNA
Per molti, i procuratori DNA sono dei veri e propri eroi. Grazie al loro lavoro, negli anni passati, sono stati possibili la condanna di un ex premier, l’inchiesta e il rinvio a giudizio di un primo ministro in carica, l’arresto di un giudice della Corte Costituzionale, del sindaco della Capitale e dei sei sindaci dei rioni di Bucarest. Decine di ex membri del Governo e del Parlamento, sindaci di municipi, presidenti di consigli provinciali o prefetti, di destra o di sinistra, al potere o all’opposizione, i protagonisti dei casi di corruzione indagati dalla DNA, conclusi con condanne, coprono l’intera scena politica e l’intera carta della Romania. Proprio per questo, il sospetto che l’attuale maggioranza PSD-ALDE cercasse, tramite la modifica delle leggi di funzionamento della Giustizia e dei Codici Penali, di subordinarsi i magistrati e di fermare la lotta alla corruzione ha fatto scendere in piazza centinaia di migliaia di manifestanti, a Bucarest, in altre città della Romania e all’estero.
Bogdan Matei, 19.02.2018, 12:38
Il fascino esercitato dalla DNA non è, però, unanime. Alla fine della scorsa settimana, presso la sua sede, ma anche presso quella della Presidenza alcune decine di manifestanti hanno chiesto le dimissioni del capo della DNA, Laura Codruţa Kövesi, ed hanno accusato il capo dello stato, Klaus Iohannis, di passività di fronte agli abusi commessi dai procuratori. A far scoppiare le nuove proteste è stato ciò che la stampa definisce lo scandalo di Prahova (sud). Ex presidente del Consiglio Provinciale per oltre un decennio, Mircea Cosma, e suo figlio, Vlad, ex deputato, sono stati condannati, in una prima fase, rispettivamente a 8 e 5 anni di carcere in un caso di corruzione indagato dalla DNA. Attualmente parlamentare PSD, Andreea, figlia di Mircea e sorella di Vlad, è pure lei incolpata dai procuratori anticorruzione. Vlad Cosma ha accusato gli inquirenti di averlo utilizzato per fabbricare prove contro altri membri del PSD — l’ex premier Victor Ponta e l’ex deputato di Prahova Sebastian Ghiţă, che ulteriormente è scappato nella confinante Serbia. Il capo della DNA ha smentito categoricamente le accuse che i procuratori ricorressero a metodi illegali.
Dal canto suo, il presidente Iohannis ha ribadito la sua fiducia nella Direzione, di cui ha detto che è stata sottoposta al tentativo disperato, patetico e non convincente” di alcune persone con problemi penali di screditarla. I manifestanti anti-DNA paragonano i metodi di quest’istituzione a quelli della Securitate, la polizia politica dell’ex regime comunista, o dei fascisti, che cercano di sostituirsi, tramite colpi di forza, al potere democraticamente eletto. È stato necessario anche l’intervento dei gendarmi per separare le decine di sostenitori fedeli alla DNA e nemici dichiarati del PSD, che hanno organizzato, parallelamente, contromanifestazioni per esprimere la loro opposizione alla modifica delle leggi sulla giustizia. I commentatori sono del parere che l’atmosfera diventerà nuovamente accesa, sia sulla scena politica che in piazza, giovedì, quando il ministro della Giustizia, Tudorel Toader, ha promesso di presentare, nella plenaria del Parlamento, il suo rapporto di valutazione dell’attività delle procure generale, anticorruzione e antimafia.