Mali: Bucarest esprime preoccupazione
La Romania ha espresso la sua profonda preoccupazione per le recenti evoluzioni della situazione nel Mali, uno dei più poveri stati del mondo e colonia francese fino al 1960. La preoccupazione è stata destata dalle operazioni militari dei gruppi radicali ribelli nel nord di questo Paese. Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha condannato le azioni dei gruppi terroristici che sostengono la violenza e l’estremismo religioso e contribuiscono all’aumento dei rischi di destabilizzazione nell’intera regione subsahariana. Il ministero romeno ha salutato il sostegno concesso dalla Francia alle autorità di Bamako e si è pronunciato per una collaborazione internazionale attiva con le autorità del Mali, in vista del rispristino dell’ordine costituzionale e della stabilità, in linea con la posizione dell’Ue e con le decisioni adottate dall’Onu e dall’Unione Africana. Stando al Ministero romeno degli Esteri, la Romania concede un’importanza speciale al rispetto dei valori democratici, della tolleranza, dello stato di diritto, della sovranità e dell’integrità territoriale del Mali.
“Noi abbiamo espresso, e non siamo gli unici, la profonda preoccupazione per le evoluzioni nel Mali, dove i gruppi armati terroristici, estremisti, fondamentalisti generano attraverso la violenza rischi importanti per la stabilità nell’intera regione subsahariana. Parliamo di un interesse della comnunità internazionale democratica di combattere il terrorismo, l’estremismo fondamentalista, onde la necessità di un intervento. Salutiamo il fatto che si terrà questa riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell’Ue, giovedì, a Bruxelles. Abbiamo salutato il ruolo, l’azione della Francia, che viene a sostegno delle autorità legittime del Mali. Occorre un coordinamento internazionale a livello dell’Ue, nel senso di concedere un sostegno consistente, come l’hanno fatto, del resto, i francesi, e cosi’ come è stato segnalato anche dalle Nazioni Unite”, ha dichiarato il capo della diplomazia romena, Titus Corlatean.
La Francia ha lanciato lo scorso venerdì un’operazione militare al fine di fermare l’avanzare dei combattenti islamisti dal nord del Mali verso la capitale Bamako. Dall’inizio dei raid aerei francesi nel nome della lotta al “terrorismo”, gli islamisti armati hanno cominciato a lasciare le grandi città nel nord del Paese che avevano occupato per 9 mesi. Il presidente francese, François Hollande, ha annunciato che le truppe francesi nel Mali, che contano attualmente 750 soldati, saranno potenziate e ulteriormente lasceranno il posto alle forze lealiste africane. Un’altra zona di conflitto è la Siria dove, stando all’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, martedi’ sono morte in tutto il Paese oltre 150 persone, in maggioranza civili. Le Nazioni Unite affermano che oltre 60 mila persone sono state uccise nei quasi due anni di conflitto tra i civili e il regime del presidente Bashar al Assad.
Daniela Budu, 16.01.2013, 13:06
La Romania ha espresso la sua profonda preoccupazione per le recenti evoluzioni della situazione nel Mali, uno dei più poveri stati del mondo e colonia francese fino al 1960. La preoccupazione è stata destata dalle operazioni militari dei gruppi radicali ribelli nel nord di questo Paese. Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha condannato le azioni dei gruppi terroristici che sostengono la violenza e l’estremismo religioso e contribuiscono all’aumento dei rischi di destabilizzazione nell’intera regione subsahariana. Il ministero romeno ha salutato il sostegno concesso dalla Francia alle autorità di Bamako e si è pronunciato per una collaborazione internazionale attiva con le autorità del Mali, in vista del rispristino dell’ordine costituzionale e della stabilità, in linea con la posizione dell’Ue e con le decisioni adottate dall’Onu e dall’Unione Africana. Stando al Ministero romeno degli Esteri, la Romania concede un’importanza speciale al rispetto dei valori democratici, della tolleranza, dello stato di diritto, della sovranità e dell’integrità territoriale del Mali.
“Noi abbiamo espresso, e non siamo gli unici, la profonda preoccupazione per le evoluzioni nel Mali, dove i gruppi armati terroristici, estremisti, fondamentalisti generano attraverso la violenza rischi importanti per la stabilità nell’intera regione subsahariana. Parliamo di un interesse della comnunità internazionale democratica di combattere il terrorismo, l’estremismo fondamentalista, onde la necessità di un intervento. Salutiamo il fatto che si terrà questa riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell’Ue, giovedì, a Bruxelles. Abbiamo salutato il ruolo, l’azione della Francia, che viene a sostegno delle autorità legittime del Mali. Occorre un coordinamento internazionale a livello dell’Ue, nel senso di concedere un sostegno consistente, come l’hanno fatto, del resto, i francesi, e cosi’ come è stato segnalato anche dalle Nazioni Unite”, ha dichiarato il capo della diplomazia romena, Titus Corlatean.
La Francia ha lanciato lo scorso venerdì un’operazione militare al fine di fermare l’avanzare dei combattenti islamisti dal nord del Mali verso la capitale Bamako. Dall’inizio dei raid aerei francesi nel nome della lotta al “terrorismo”, gli islamisti armati hanno cominciato a lasciare le grandi città nel nord del Paese che avevano occupato per 9 mesi. Il presidente francese, François Hollande, ha annunciato che le truppe francesi nel Mali, che contano attualmente 750 soldati, saranno potenziate e ulteriormente lasceranno il posto alle forze lealiste africane. Un’altra zona di conflitto è la Siria dove, stando all’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, martedi’ sono morte in tutto il Paese oltre 150 persone, in maggioranza civili. Le Nazioni Unite affermano che oltre 60 mila persone sono state uccise nei quasi due anni di conflitto tra i civili e il regime del presidente Bashar al Assad.