L’UE e il protezionismo
Con un ruolo indebolito, come presenza e influenza, a livello internazionale, soprattutto dopo i disastri determinati dalla crisi economico-finanziaria, l’UE è diventata ancora più vulnerabile sullo sfondo dell’elezione del repubblicano Donald Trump nella carica di presidente degli USA. Tramite le sue dichiarazioni categoriche, come quella in cui ha anticipato un futuro cupo per l’UE oppure quella in cui ha affermato che la NATO è un progetto invecchiato, il nuovo leader della Casa Bianca ha destato preoccupazione presso le cancellerie europee. Connessi da un partenariato tradizionale, trattato come tale nei due mandati del predecessore di Trump, il democratico Barack Obama, l’UE e gli USA soffrono di un grande deficit al capitolo fiducia reciproca — sono del parere gli analisti di politica estera.
Florentin Căpitănescu, 27.01.2017, 16:49
Con un ruolo indebolito, come presenza e influenza, a livello internazionale, soprattutto dopo i disastri determinati dalla crisi economico-finanziaria, l’UE è diventata ancora più vulnerabile sullo sfondo dell’elezione del repubblicano Donald Trump nella carica di presidente degli USA. Tramite le sue dichiarazioni categoriche, come quella in cui ha anticipato un futuro cupo per l’UE oppure quella in cui ha affermato che la NATO è un progetto invecchiato, il nuovo leader della Casa Bianca ha destato preoccupazione presso le cancellerie europee. Connessi da un partenariato tradizionale, trattato come tale nei due mandati del predecessore di Trump, il democratico Barack Obama, l’UE e gli USA soffrono di un grande deficit al capitolo fiducia reciproca — sono del parere gli analisti di politica estera.
Lo ha lasciato capire anche il presidente dell’Eurogruppo (istituzione informale che riunisce i ministri delle finanze dell’eurozona), Jeroen Dijsselbloem, stando al quale l’UE sarà “da sola nei prossimi anni”. D’un male nasce un bene, pensa, tuttavia, Dijsselbloem, stando al quale, proprio perché ormai è con l’acqua alla gola, l’Europa ha l’occasione di allargare l’orizzonte dei suoi partenariati, di insistere in zone in cui non l’ha fatto finora, di trovare nuovi mercati, soprattutto in Asia e in America Latina. D’altra parte, il presidente dell’Eurogruppo ha aggiunto che l’UE non sarà protezionista, nel contesto in cui, certamente, il rispetto degli standard comunitari, come la tutela della manodopera o quella ambientale, resterà un criterio obbligatorio.
Presente alla riunione dell’Eurogruppo, il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici, ha affermato, dal canto suo, che alcune politiche promosse dal nuovo presidente americano confermano ciò che ha definito “una tendenza nazionalista, protezionista”. Moscovici ha ammesso che, dopo l’insediamento di Trump, l’Europa si trova in una situazione spiacevole, però ha espresso la sua speranza che il blocco comunitario trovi la forza necessaria per essere più forte ed efficace.
La preoccupazione degli europei — sostengono gli analisti di politica estera — è alimentata anche dal fatto che Trump darà maggiore peso al partenariato con la Gran Bretagna, anche a livello commerciale. Un partenariato del genere farebbe sì che il Regno Unito possa far fronte più facilmente al divorzio dall’UE e negoziare in altri termini la Brexit, mentre l’accordo di libero scambio tra l’UE e gli USA potrebbe restare più a lungo in sospeso, sono del parere gli stessi osservatori. (tr. G.P.)