L’UE e i prodotti agricoli ucraini
La Romania ha deciso di continuare a permettere il transito dei cereali dall’Ucraina, ma per proteggere i farmers ha introdotto ulteriori misure. Si tratta di controlli doganali per tutti i prodotti agroalimentari provenienti dall’Ucraina, nonchè della sigillatura e del monitoraggio stretto dei camion carichi di cereali mentre transitano il territorio della Romania. Le misure sono state annunciate dopo i colloqui svolti ieri dai ministri dell’Agricoltura dei due paesi.
Corina Cristea, 20.04.2023, 11:19
La Romania ha deciso di continuare a permettere il transito dei cereali dall’Ucraina, ma per proteggere i farmers ha introdotto ulteriori misure. Si tratta di controlli doganali per tutti i prodotti agroalimentari provenienti dall’Ucraina, nonchè della sigillatura e del monitoraggio stretto dei camion carichi di cereali mentre transitano il territorio della Romania. Le misure sono state annunciate dopo i colloqui svolti ieri dai ministri dell’Agricoltura dei due paesi.
Per aiutare l’Ucraina dopo la guerra avviata dalla Russia a febbraio 2022, l’UE ha sospeso le tasse doganali e le altre misure di protezione commerciale applicate alle importazioni di cereali e ad altri prodotti alimentari ucraini. La decisione ha sconvolto, però, i mercati dell’Europa centro-orientale e cinque paesi – Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia – si sono rivolte alla Commissione Europea, alla luce delle scontentezze dei farmers, che hanno anche protestato.
In una lettera congiunta, i cinque stati hanno proposto un pacchetto di misure volte a ridurre notevolmente gli squilibri generati sul mercato dalle massicce importazioni di cereali ucraini. Hanno inoltre sollecitato aiuto finanziario europeo per lo sviluppo dell’infrastruttura sui propri territori, come anche per gli operatori del mercato, che necessitano di più veicoli. Tramite una rete di trasporto bene organizzata, i prodotti provenienti dall’Ucraina potranno arrivare più velocemente nei paesi importatori di altre regioni del mondo.
In ugual misura, Bruxelles, in collaborazione con il programma alimentare mondiale, deve individuare una soluzione in grado di consentire l’acquisto dei cereali ucraini, affinchè non rimangano nell’UE, hanno indicato i premier dei cinque paesi nella lettera rivolta alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Successivamente, la Polonia e l’Ungheria sono state le prime ad aver preso delle misure unilaterali, per proteggere il settore agricolo locale.
Sono seguite le decisioni prese in Slovacchia e Bulgaria, nelle condizioni in cui l’abbondante offerta ha abbassato i prezzi nell’intera regione. Inoltre, fra due mesi inizia la raccolta dei cereali, e i produttori si confronteranno con una scarsa capacità di deposito, viste le quantità supplemenari di cereali provenienti dall’Ucraina. La Commissione Europea ha chiesto ai quattro stati di rinunciare a tutte le misure restrittive prese a livello individuale, ritenute a Bruxelles come illegali e contrarie al trattato di adesione, ma anche all’accordo di associazione UE-Ucraina.
Allo stesso tempo, in una lettera inviata ieri ai premier di Romania, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Ungheria, la presidente Ursula von der Leyen ha promesso un ulteriore aiuto finanziario di 100 milioni di euro destinato ai farmers di questi paesi intaccati dalle agevolazioni fiscali e di transito concesse ai cereali dall’Ucraina. Il nuovo aiuto finanziario si aggiunge al precedente, dal valore di 56,3 milioni di euro, già in vigore.