L’Ucraina e le lingue delle minoranze nazionali
Il dossier delle minoranze etniche resta nell'agenda delle relazioni romeno-ucraine.
Bogdan Matei, 11.12.2023, 12:36
Indipendente dalla defunta Unione Sovietica da agosto 1991, lo stato ucraino ha mantenuto a lungo un atteggiamento bivalente nei confronti delle sue numerose minoranze nazionali. Da un lato, a livello individuale, lo status di minoritario etnico non è un ostacolo per l’ascesa sociale. Il presidente Volodymyr Zelensky è ebreo. Il ministro della Difesa, Rustem Umarov, è tartaro. Il governatore della regione Mikolaiv, Vitali Kim, ha lontane radici coreane. Dall’altro lato, la classe politica di Kiev è stata piuttosto reticente nei confronti dei diritti collettivi delle minoranze. Non sono pochi i rimproveri su questo tema arrivati ugualmente dall’interno e dai partner esterni. Gli esperti spiegano che è stata soltanto la concesione dello status di candidato all’ingresso nell’Unione Europea a costringere l’Ucraina a flessibilizzare la sua posizione in merito, poichè il rispetto dei diritti delle minoranze è un valore essenziale nello spazio comunitario.
La protezione dei diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali è importante per uno stato ucraino democratico ed europeo, ha ribadito anche la ministra degli Esteri della confinante Romania, Luminiţa Odobescu, in una dichiarazione congiunta con la vicepremier per l’integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina, Olha Stefanishyna. La dichiarazione arriva dopo che il Parlamento ucraino ha adottato un atto normativo che riesamina più leggi riguardanti i diritti delle minoranze nazionali. Il disegno di legge proposto dalle autorità di Kiev per emendare la legislazione rilevante rappresenta un passo positivo in avanti e un iter opportuno, afferma la ministra Odobescu, aggiungendo che la parte romena continuerà ad avere un approccio trasparente e costruttivo in merito a questo argomento.
Dal canto suo, Olha Stefanishyna ha detto che la legislazione sulle minoranze nazionali è stata elaborata in modo tale da comprendere un dialogo inclusivo con esse. Siamo grati alla minoranza romena che si è impegnata nell’intero processo e ai colleghi del Govero romeno che hanno condiviso con noi la legislazione e le buone pratiche di qui. (…) In Ucraina abbiamo migliaia di bambini che beneficiano di istruzione in lingua romena. Ora questo gruppo sarà più grande. L’Ucraina ha applicato la decisione di riconoscere la lingua romena come lingua della Repubblica di Moldova, ha ricordato la Stefanishyna la decisione di Kiev di invalidare finalmente il falso sovietico sull’esistenza di una lingua moldava diversa dal romeno.
Oltre 400.000 etnici romeni vivono nel paese confinante, a maggioranza nel nord della Bucovina, nel nord e nel sud della Bessarabia e nella Contrada di Herţa, territori romeni annessi dall’Unione Sovietica nel 1940, a seguito di un ultimatum, e andati nel 1991 all’Ucraina, come stato successore dell’URSS. Dopo l’avvio dell’invasione russa lo scorso anno, numerosi etnici romeni sono andati sul fronte sotto bandiera ucraina e non pochi hanno perso la vita nei combattimenti.