L’economia romena, vista da Bruxelles
La Commissione Europea ha ammonito la Romania per non aver preso misure per la diminuzione del deficit di bilancio a medio termine, come le era stato raccomandato a giugno.
Daniela Budu, 23.11.2017, 13:18
Il commissario per gli affari economici, Pierre Moscovici, ha ricordato che il deficit pubblico in Romania potrebbe arrivare al 3% quest’anno, aumentare nel 2018 al 3,9% del PIL e arrivare al 4,1% nel 2019. Nella sua opinione, il Consiglio dovrebbe inviare alla Romania una nuova raccomandazione in cui sia sollecitata una correzione di almeno lo 0,8% del PIL, cioè un taglio significativo delle spese. Pierre Moscovici ritiene questo obiettivo del tutto ragionevole e fattibile, tenuto conto della crescita economica molto forte aspettata in Romania. L’istituzione comunitaria raccomanda a Bucarest di utilizzare tutti gli incassi per ridurre il deficit di bilancio, mentre le misure di consolidamento del bilancio dovrebbero garantire un miglioramento duraturo della struttura della bilancia dei pagamenti in modo da sostenere la crescita economica. La Romania deve rapportare al Consiglio Europeo, in aprile 2018, le azioni adottate dalle autorità in risposta alle nuove raccomandazioni della Commissione. Il Commissario ha presentato l’analisi del Semestre Europeo anche per i Paesi dell’eurozona, dove a sei stati (Francia, Italia, Belgio, Portogallo, Austria e Slovenia) è stata richiamata l’attenzione che le loro previsioni di bilancio per il 2017 rischiano di non essere conformi alle regolamentazioni europee.
A Bucarest, l’economista Aurelian Dochia considera che la Romania cominci a registrare una tendenza di crescita accelerata del deficit, e nel 2018 superi inevitabilmente il 3% del PIL. Secondo lui, la crescita accentuata del deficit in un momento in cui l’economia ha un alto tasso di crescita, del 7%, è molto pericolosa per l’economia. Egli ha spiegato che “sarà molto difficile che l’anno prossimo si possa diminuire il deficit di bilancio perché la maggior parte delle spese sono già obbligatorie. Non si possono fare tagli quando tutte le spese sono legate a stipendi, pensioni, assegni sociali e così via. Le spese per gli investimenti, che vengono sacrificate di solito, sono state già diminuite quest’anno. Non si potrebbe tagliare molto di più l’anno prossimo e allora, secondo me, per il Governo sarà un problema riuscire a non superare la soglia del 3%.”, ha aggiunto ancora Aurelian Dochia. (tr. G.P.)