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L’economia romena, analizzata dalla Commissione Europea

La Commissione Europea ha pubblicato analisi economiche approfondite per sei stati membri, tra cui anche la Romania.

Foto: European Union, 2023/ EC-Audiovisual Service/ Photographer: Lukasz Kobus
Foto: European Union, 2023/ EC-Audiovisual Service/ Photographer: Lukasz Kobus

, 26.03.2024, 12:37

La Romania è tra i sei stati per i quali la Commissione Europea ha pubblicato ieri un’analisi approfondita, con l’obiettivo di valutare se i rispettivi paesi si trovano ad affrontare squilibri macroeconomici nel contesto del semestre europeo. Gli altri stati sono Cipro, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna e Svezia, che fanno parte del gruppo di 12 paesi membri selezionati nel Rapporto sul meccanismo di allerta 2024. Sulla base di una serie di indicatori, il rapporto è stato adottato lo scorso novembre nel quadro del pacchetto autunnale del semestre europeo – il quadro UE per il coordinamento delle politiche economiche e sociali. Gli altri sei rapporti approfonditi per Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia e Portogallo saranno pubblicati nelle prossime settimane.

Per quanto riguarda la Romania, l’analisi indica che continua a confrontarsi con vulnerabilità legate ai conti delle finanze pubbliche e alla bilancia estera. “Gli elevati deficit pubblici e di conto corrente, così come l’alto tasso di inflazione, tutti superiori ai livelli antecedenti alla pandemia, rendono l’economia potenzialmente vulnerabile agli shock. Sono stati compiuti alcuni progressi nel ridurre il disavanzo delle partite correnti nel 2023, principalmente sulla scia dell’inasprimento della politica monetaria e dell’indebolimento dei consumi privati. Tuttavia, nelle condizioni in cui le politiche rimangono invariate, i rischi legati alla posizione esterna rimarrebbero elevati nei prossimi anni”, attira l’attenzione la Commissione Europea.

Nel documento si legge che “perseguire una strategia credibile di consolidamento fiscale è la priorità fondamentale delle politiche volte a mitigare i rischi per la stabilità dell’economia. Questa strategia richiederà la piena attuazione delle riforme fiscali-strutturali incluse nel PNRR, in particolare quelle mirate ad un aumento strutturale delle entrate pubbliche e ad un’esecuzione del bilancio molto più rigorosa rispetto agli ultimi anni”. La Commissione valuta che le vulnerabilità macroeconomiche della Romania si siano ampliate in seguito alla pandemia, in un contesto in cui si è registrata una crescita estremamente solida.

La forte ripresa post-pandemia dell’attività economica, sostenuta dall’allentamento della politica monetaria e delle condizioni finanziarie, nonché l’orientamento fiscale favorevole, hanno portato a una crescita del PIL di oltre il 4% sia nel 2021 che nel 2022, superiore al tasso di crescita potenziale della Romania. Nel 2022, l’inflazione è stata in media del 12% e il disavanzo delle partite correnti ha continuato a salire fino a superare il 9% del PIL, riflettendo lo shock dei prezzi dell’energia.

Nonostante un’espansione economica estremamente solida e l’aumento delle entrate pubbliche, il deficit è rimasto elevato, pari al 6,3% del PIL nel 2022, in lieve calo rispetto al 7,2% del 2021, a seguito del rapido aumento della spesa pubblica. Finora, indica ancora l’analisi, la Romania non ha incontrato difficoltà nel coprire il suo fabbisogno finanziario, e le sue riserve valutarie sembrano generalmente adeguate, coprendo quasi 5 mesi di importazioni e più del 100% del debito estero a breve termine alla fine del 2023.

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