L’economia romena, analisi e previsioni
Nelle previsioni economiche di primavera rese pubbliche giovedì, la Commissione Europea ha mantenuto al 4,5% le stime di crescita dell’economia romena quest’anno, che prevedono robusta, mentre per il 2019 si anticipa un avanzo del PIL del 3,9%. Quest’analisi arrivata da oltreconfine è ragionevole — afferma l’esperto economico Constantin Rudniţchi, spiegando: “Quello che possiamo notare, nel caso della Romania, è che abbiamo, da una parte, un mantenimento del ritmo di crescita economica e, d’altra parte, un calo. Se l’anno scorso la crescita economica è stata del 7%, quest’anno le previsioni sono del 4,5%, mentre l’anno prossimo, nel 2019, del 3,9%. Ripeto, i ritmi di crescita sono buoni, ma se guardiamo le tendenze, si registra un calo.”
Roxana Vasile, 04.05.2018, 14:13
Nelle previsioni economiche di primavera rese pubbliche giovedì, la Commissione Europea ha mantenuto al 4,5% le stime di crescita dell’economia romena quest’anno, che prevedono robusta, mentre per il 2019 si anticipa un avanzo del PIL del 3,9%. Quest’analisi arrivata da oltreconfine è ragionevole — afferma l’esperto economico Constantin Rudniţchi, spiegando: “Quello che possiamo notare, nel caso della Romania, è che abbiamo, da una parte, un mantenimento del ritmo di crescita economica e, d’altra parte, un calo. Se l’anno scorso la crescita economica è stata del 7%, quest’anno le previsioni sono del 4,5%, mentre l’anno prossimo, nel 2019, del 3,9%. Ripeto, i ritmi di crescita sono buoni, ma se guardiamo le tendenze, si registra un calo.”
La Commissione Europea segnala inoltre che il deficit di bilancio della Romania dovrebbe arrivare al 3,4% del PIL nel 2018, mentre l’anno prossimo arriverà al 3,8% soprattutto a causa dell’aumento degli stipendi dei pubblici dipendenti. Nuovamente, l’analista economico Constantin Rudniţchi: “Notiamo nelle previsioni della Commissione Europea che ci sono dei dubbi per quanto riguarda il mantenimento del deficit di bilancio. Il mio emendamento è che anche l’anno scorso si è parlato del superamento del deficit di bilancio da parte della Romania; alla fine, è stato mantenuto il livello del 3% del PIL, con la menzione che sono stati tagliati gli investimenti pubblici e le cifre lo dimostrano chiaramente. Temo che anche quest’anno sia sacrificata una parte degli investimenti pubblici per mantenere il deficit di bilancio stabilito nel Trattato di Maastricht, e ciò vuol dire che attualmente, nell’economia romena sono stanziati più soldi agli stipendi e meno agli investimenti.”
Quanto all’inflazione, la Commissione Europea è del parere che sia in aumento a cominciare dalla fine del 2017, che questa tendenza si manterrà ma il ritmo rallenterà in una certa misura nel 2019. Invocata spesso, almeno negli ultimi mesi, anche nelle dispute politiche interne, l’inflazione ha, però, cause esterne, che non hanno alcun legame né con l’azione del Governo, né con quella della Banca Centrale. Lo ha detto il presidente del PSD (al governo), Liviu Dragnea, presente ad un incontro, giovedì, tra il premier Viorica Dăncilă e il governatore della Banca Centrale della Romania, Mugur Isărescu. Liviu Dragnea: “Il Governo e la Banca Centrale hanno convenuto che le principali cause per l’aumento dell’inflazione in questo periodo siano i fattori esterni, che non dipendono dal Governo o dalla Banca Centrale — e posso fare qualche esempio: gas, energia, greggio — che hanno un ampio contributo all’aumento dell’inflazione e non sono gestiti né dal Governo, né dalla Banca Centrale.”
Liviu Dragnea ha inoltre precisato che, in Romania, nella seconda metà dell’anno, saranno avviati grandi progetti di infrastruttura.