Le proteste in Romania
Roxana Vasile, 06.02.2017, 17:29
I romeni sono divisi. Da una
parte, ci sono coloro che hanno continuato a protestare contro il decreto-legge
di modifica dei Codici Penali che la coalizione governativa dominata dai
socialdemocratici ha adottato il 31 gennaio. Sotto la pressione delle proteste
di strada, il Governo ha abrogato, questo fine settimana, il decreto-legge, ma
le proteste sono continuate ieri, per il sesto giorno consecutivo. Centinaia di
migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni organizzate in tutto
il Paese. La maggior parte dei manifestanti si sono radunati in Piazza della
Vittoria a Bucarest, davanti alla sede del Governo. Una volta abrogato il
decreto, essi chiedono, adesso, le dimissioni dell’attuale Governo guidato da
Sorin Grindeanu per il modo in cui l’ha emanato – affermano loro – ossia tardi
nella notte e senza il via libera del Consiglio Superiore della Magistratura.
Chi si può ancora fidare di queste persone? Non possiamo più cosi’! Sono
compromessi! Hanno appena vinto le elezioni e già hanno preso in giro noi e il
nostro voto. Perciò siamo in strada!, ha dichiarato un manifestante.
Nel resto del Paese, le maggiori
manisfestazioni di piazza ci sono state a Cluj-Napoca e Sibiu (centro),
Timisoara (ovest) e Iasi (nord-est). Proteste antigovernative hanno organizzato
anche i romeni all’estero, a Sofia, Bruxelles, Parigi, Londra, Amsterdam,
Barcellona, Roma e Madrid. A Budapesta, nella confinante Ungheria, il
corrispondente di Radio Romania ha parlato con alcuni dei manifestanti, in
maggioranza giovani.
Andiamo adesso secondo il
principio non credo prima di vedere con i miei occhi, anche se hanno pubblicato
la decisione di abrogazione sulla Gazzetta ufficiale non significa che non
faranno altri passi per fare ciò che vogliono. Non basta che il decreto sia
stato abrogato, voglio che cambi il Governo, ha detto uno di loro.
Dall’altra parte, ci sono i
sostenitori dell’Esecutivo, che vogliono che il loro voto alle politiche
dell’11 dicembre scorso sia rispettato e il Governo insediato solo un mese fa
sia lasciato a fare il suo dovere, in base al programma presentato nella
campagna elettorale. Rimproverano, in ugual misura, al presidente romeno di
destra, Klaus Iohannis, costretto – per voto popolare – alla coabitazione, il
modo in cui ha mediato tra le istituzioni dello stato nella questione del
decreto. Perciò, migliaia di persone si sono radunate ieri, per la prima volta,
davanti al Palazzo presidenziale Cotroceni per mostrare il loro sostengo al
Governo Grindeanu e per chiedere le dimissioni del presidente.
Desidero che il mio voto sia
rispettato, che tutti i romeni siano rispettati, che sia il presidente di
tutti, che ami il suo paese come lo amo io, con tutto il cuore. Difendiamo il
nostro voto democratico dell’11 dicembre. Che vadano via quelli davanti al
Palazzo Vittoria, perchè il decreto è stato abrogato e se loro non vanno via,
non andremo via neanche noi. Sono qui perchè voglio manifestare la mia
disapprovazione nei confronti di Iohannis, che è pagato per servire l’interesse
nazionale, e non interessi di poco conto, personali o di partito o Dio sa che
interessi occulti, ha detto uno dei manifestanti.
Dal canto suo, il premier Sorin
Grindeanu ha annunciato che non si dimetterà sotto la pressione delle proteste
di piazza. Questo è il gioco democratico e credo che dobbiamo tornare quanto
prima a queste nozioni. La modalità con cui un governo può andare via è tramite
mozione di sfiducia, perchè l’altra, ossia le mie dimissioni, non è possibile.
Il premier ha chiesto al Ministero della Giustizia di avviare
urgentemente dibattiti pubblici con i partiti politici e la società civile sul
tema del decreto legge appena adottato, e subito dopo abrogato. Il Governo
ritiene i dibattiti necessari al fine di poter allineare i Codici penali alle
decisioni della Corte Costituzionale e alle direttive europee. Un ddl risultato
dai dibattiti pubblici dovrebbe essere inviato all’esame del Parlamento. Nel
frattempo, il Parlamento si prepara per il dibattito e il voto sulla mozione di
sfiducia Il Governo Grindeanu – Il Governo della sfida nazionale. Non
legalizzate il furto in Romania, inoltrata dai partiti all’opposizione, il
Partito Nazional-liberale e l’Unione Salvate Romania. (traduzione di Adina Vasile)