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Le priorità della nuova sessione parlamentare

L’agenda della nuova sessione ordinaria del Parlamento prevede l’ultimazione di alcune leggi contestate alla Corte Costituzionale, ma anche progetti legislativi nuovi. La maggioranza PSD — ALDE del Parlamento si è prefissa come priorità l’adozione di una legge sulle pensioni, la modifica delle leggi sulla sicurezza nazionale e la legge sull’adozione.

Le priorità della nuova sessione parlamentare
Le priorità della nuova sessione parlamentare

, 03.09.2018, 14:49

L’agenda della nuova sessione ordinaria del Parlamento prevede l’ultimazione di alcune leggi contestate alla Corte Costituzionale, ma anche progetti legislativi nuovi. La maggioranza PSD — ALDE del Parlamento si è prefissa come priorità l’adozione di una legge sulle pensioni, la modifica delle leggi sulla sicurezza nazionale e la legge sull’adozione.



Il potere vorrebbe che fossero portati a compimento le leggi sulla Giustizia, contestate alla Corte Costituzionale dall’opposizione e dal presidente, i codici penale e di procedura penale e la legge offshore, che regola lo sfruttamento del gas naturale nel Mar Nero e la cui riesamina è stata sollecitata dal capo dello stato. Non in ultimo, i partiti al potere desiderano che il SRI spieghi nel Parlamento la natura dei protocolli di collaborazione firmati in passato dal principale servizio segreto con la Procura Generale e con altre istituzioni del settore.



Il SRI e la Procura Generale hanno già precisato che i protocolli di collaborazione sono stati legali ed hanno riguardato principalmente questioni tecniche. Sono stati annullati quando le parti sono arrivate alla conclusione che l’atto di giustizia può essere realizzato anche senza di essi.



L’opposizione di destra, di cui fanno parte il PNL, l’USR e il PMP, punta, tra l’altro, sul ritorno all’elezione dei sindaci in due turni di scrutinio, sull’eliminazione delle pensioni speciali e sulla riforma nel settore sanitario. Non in ultimo, l’Opposizione desidera che l’esecutivo dia spiegazioni in merito alle violenze avvenute alla protesta antigovernativa organizzata dalla diaspora il 10 agosto, a Bucarest, e al modo in cui l’esecutivo ha gestito la crisi generata dalla diffusione della peste suina. L’opposizione ha accusato l’intervento in forza, ritenuto sproporzionato, dei gendarmi in risposta alle provocazioni da parte di certe persone che, apparentemente, non avevano niente a che fare con le proteste pacifiche.



Il PNL ha annunciato che durante l’attuale sessione cercherà nuovamente di allontanare il governo PSD — ALDE tramite mozione di sfiducia. La sessione parlamentare autunnale non inizia sotto i migliori auspici per quanto riguarda il dialogo politico Potere-Opposizione, che dovrebbe regnare durante i dibattiti sui disegni di legge.



Neanche all’interno dei partiti c’è tranquillità. L’ultima riunione della direzione del PSD ha portato alla luce le vertenze tra il leader autoritario del partito, Liviu Dragnea, e il sindaco di Bucarest, Gabriela Firea, che gode di un tasso di fiducia più alto rispetto al presidente del PSD. Da questo punto di vista, Firea non ha esitato a criticare apertamente l’attività della stretta collaboratrice di Dragnea, la ministra dell’Interno Carmen Dan, alle proteste del 10 agosto.



Le tensioni nel PSD sarebbero, in teoria, favorevoli all’opposizione di destra. Quest’ultima sembra però incapace di approfittarne. Il leader del PNL, Ludovic Orban, è pure lui contestato nel partito e non è considerato all’unanimità capace di condurre il fronte anti-PSD, un fronte in cui ciascun esponente dell’opposizione agisce da solo. E la mancanza di alternativa offre al PSD la tregua necessaria per risolvere le dispute interne.

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