„Le malattie” del sistema sanitario romeno
Il sistema sanitario romeno, che ormai è da molto tempo in morte cerebrale, è stato “riformato” da ciascun governo, negli ultimi 25 anni, ma i risultati ritardano ancora. Lo scarso finanziamento cronico, la corruzione, le cure senza risultati, i programmi di prevenzione quasi inesistenti, le infezioni nosocomiali, la mortalità alta, i medici scoraggiati che vanno a lavorare all’estero per avere un tenore di vita migliore sono solo alcuni dei problemi che illustrano la realtà di un sistema sanitario malato, che però si vuole europeo.
Mihai Pelin, 22.03.2017, 14:31
Il sistema sanitario romeno, che ormai è da molto tempo in morte cerebrale, è stato “riformato” da ciascun governo, negli ultimi 25 anni, ma i risultati ritardano ancora. Lo scarso finanziamento cronico, la corruzione, le cure senza risultati, i programmi di prevenzione quasi inesistenti, le infezioni nosocomiali, la mortalità alta, i medici scoraggiati che vanno a lavorare all’estero per avere un tenore di vita migliore sono solo alcuni dei problemi che illustrano la realtà di un sistema sanitario malato, che però si vuole europeo.
Di recente, è arrivato un nuovo colpo: i romeni che hanno bisogno di trapianto polmonare non potranno più rivolgersi all’ospedale AKH di Vienna, dopo che quest’ultimo ha reciso unilateralmente il contratto con le autorità di Bucarest, con la motivazione che la capacità del centro per il trapianto è diminuita. Stando al ministro della Sanità, Florian Bodog, quello che hanno fatto gli austriaci è incorretto e illegale. D’altra parte, l’Agenzia Nazionale per il Trapianto della Romania (ANT) non ha agito adeguatamente, ha spiegato il ministro, assicurando che le autorità stanno cercando soluzioni a questo problema.
Florian Bodog: “Secondo il protocollo, la clinica austriaca non aveva il diritto di sciogliere in modo unilaterale questo contratto. Allo stesso tempo, siamo in contatto anche con gli altri centri specializzati in trapianto polmonare di Praga e Germania. Normalmente, i responsabili dell’ANT avrebbero dovuto avere almeno due centri con i quali collaborare. Ho saputo che hanno già avviato le pratiche, loro avevano già avuto dei segnali. La stessa cosa è successa una volta anche l’anno scorso, quando la clinica di Vienna ha bloccato i trapianti, però questo blocco unilaterale dei trapianti è, a mio avviso, illegale.”
Negli ultimi dieci anni, quasi 40 romeni sono stati sottoposti ad un trapianto di polmoni all’ospedale AKH, e altri cinque erano sulla lista d’attesa per interventi simili. Per ciascuno di questi interventi lo stato romeno ha rimborsato 120 mila euro.
In Romania, si fanno da diversi anni trapianti di reni, fegato e cuore, però attualmente non si può realizzare un’operazione di trapianto polmonare in condizioni di sicurezza per i pazienti. In questo contesto, non è una sorpresa che il sistema sanitario romeni si piazzi all’ultimo posto in Europa, secondo un recente studio effettuato in 35 Paesi. Il documento rileva che, in Romania, i pazienti devono aspettare moltissimo prima di ricevere farmaci innovativi, la mortalità generale è superiore del 25% rispetto alla media nell’UE, mentre il tasso della mortalità infantile è due volte e mezzo superiore alla media europea. Inoltre, i romeni non si rivolgono al medico di base, ma si fanno direttamente ricoverare in ospedale. Tutto ciò non fa altro che confermare il coma profondo in cui si trova il sistema sanitario romeno e le chance di ripresa sono quasi inesistenti. (tr. G.P.)