Le leggi sulla Giustizia tornano alla Corte Costituzionale
Adottate a dicembre nella forma proposta dalla coalizione maggioritaria PSD — ALDE, con una fretta che è sembrata sospetta all’opposizione di destra, le leggi sulla Giustizia sono passate per il filtro della Corte Costituzionale, arrivando ad una forma finale pronta per la promulgazione. Il presidente Klaus Iohannis ha annunciato, però, che ritrasmetterà le leggi alla Corte e informerà la Commissione di Venezia in merito al contenuto del pacchetto legislativo. Egli ha individuato ciò che considera siano punti dolenti e difetti costituzionali delle leggi sullo statuto dei magistrati, l’organizzazione giudiziaria e il funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura.
Ştefan Stoica, 03.05.2018, 12:34
Stando al presidente, le leggi non sono del tutto adeguate al quadro costituzionale interno e neanche agli standard europei in questo settore. Klaus Iohannis ha affermato che i nuovi provvedimenti indeboliscono lo statuto del procuratore e che le nuove regole sull’ammissione nella magistratura possono avere un impatto negativo sul funzionamento dei tribunali, determinando il rischio che l’atto di giustizia sia bloccato. Inoltre, afferma ancora il presidente, sono create delle strutture volte a intimorire i magistrati, anziché rendere più efficace la giustizia. Parallelamente, sarebbero eliminate alcune garanzie dell’indipendenza organizzativa della giustizia, tramite il potenziamento del ruolo del ministro della giustizia ai danni del CSM.
Per il presidente, è tutto molto chiaro. Klaus Iohannis: “Ovviamente, nella sua forma attuale, il pacchetto legislativo di modifica delle leggi sulla giustizia non corrisponde alle esigenze di uno stato di diritto e democratico, così come si legge nell’Articolo 1 della Costituzione della Romania, e neanche alle aspettative dei romeni, che desiderano una giustizia indipendente, basata sulla legge e non influenzabile”.
La decisione di segnalare la situazione alla Commissione di Venezia, parallelamente alla sollecitazione inoltrata alla CCR di riesaminare le nuove leggi — ha spiegato il presidente — è motivata dall’importante ruolo svolto dall’istituzione europea. Klaus Iohannis ha ricordato che questa commissione contribuisce da quasi 30 anni allo sviluppo di un patrimonio costituzionale comune in Europa ed affianca gli stati che desiderano far concordare le strutture giuridiche e istituzionali con gli standard e le buone pratiche internazionali relative alla democrazia e alla tutela dei diritti dell’uomo, anche concedendo un sostegno costituzionale d’urgenza. È anche il motivo per cui Iohannis ha chiesto alla CCR di non affrettarsi a dare una risposta sulle leggi e di collaborare con l’istituzione europea. La coalizione al governo, la quale ha promosso il pacchetto legislativo criticato non solo dal presidente, ma anche da alcune associazioni dei magistrati, rimprovera al capo dello stato di voler tergiversare l’applicazione delle leggi sulla giustizia e di essere spinto da interessi elettorali. L’opposizione di destra saluta, invece, la decisione del presidente di mandare il pacchetto legislativo alla CCR e alla Commissione di Venezia e chiede le dimissioni del ministro della Giustizia, Tudorel Toader.