Le anticipate, contrarie alla Costituzione
Su richiesta dell’Avvocato del popolo, la Corte Costituzionale della Romania, ha deciso, a maggioranza di voti, che l’Ordinanza d’urgenza del Governo sulla modifica e l’integrazione di alcuni atti normativi relativi alle elezioni per il Senato e la Camera dei Deputati, come pure su alcune misure per la buona organizzazione e svolgimento delle elezioni politiche anticipate è, nell’insieme, contraria alla legge fondamentale. La Corte ha constatato che l’articolo dell’ordinanza che elimina la condizione restrittiva e permette all’elettore di votare presso qualsiasi seggio elettorale, a prescindere della circoscrizione elettorale di residenza, con la conseguente elusione dello scopo per cui sono state create le circoscrizioni elettorali, trasgredisce i diritti fondamentali sanciti dalla Legge Fondamentale.
Ştefan Stoica, 13.03.2020, 12:02
Su richiesta dell’Avvocato del popolo, la Corte Costituzionale della Romania, ha deciso, a maggioranza di voti, che l’Ordinanza d’urgenza del Governo sulla modifica e l’integrazione di alcuni atti normativi relativi alle elezioni per il Senato e la Camera dei Deputati, come pure su alcune misure per la buona organizzazione e svolgimento delle elezioni politiche anticipate è, nell’insieme, contraria alla legge fondamentale. La Corte ha constatato che l’articolo dell’ordinanza che elimina la condizione restrittiva e permette all’elettore di votare presso qualsiasi seggio elettorale, a prescindere della circoscrizione elettorale di residenza, con la conseguente elusione dello scopo per cui sono state create le circoscrizioni elettorali, trasgredisce i diritti fondamentali sanciti dalla Legge Fondamentale.
Allo stesso tempo, la Corte ha stabilito che le disposizioni dell’atto normativo dell’esecutivo che regolano la possibilità di organizzare simultaneamente elezioni politiche anticipate ed elezioni amministrative generali per il 2020, trasgrediscono il diritto di voto del cittadino, in quanto lo mette nella situazione di dover percorrere delle procedure di votazione difficili e complicate, atte a restringere la sua libertà di esprimere la propria volontà politica e, implicitamente, l’effettività del diritto di voto. Le disposizioni criticate trasgrediscono — ha deciso la CCR — anche il diritto della persona ad essere eletta, in quanto toglie la possibilità di una persona di candidarsi allo stesso tempo per una carica elettiva locale (sindaco, consigliere locale, consigliere provinciale) e per una carica elettiva nazionale (deputato o senatore).
La Corte ha notato inoltre che l’adozione dell’atto normativo tramite cui vengono apportate modifiche alla legge sulle elezioni politiche in Romania è stata fatta a meno di un anno prima delle elezioni che regola. Secondo la CCR, il governo non ha osservato l’obbligo di astenersi dalla modifica del quadro normativo in materia elettorale, come sviluppato nella giurisprudenza delle Corte Costituzionale, e neanche le raccomandazioni del Codice di buone pratiche in materia elettorale elaborato dalla Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto (Commissione di Venezia).
La Corte ha notato che l’atto normativo del legislatore delegato intacca i diritti elettorali dei cittadini, come pure il regime costituzionale del Parlamento. Tramite questa decisione, la Corte Costituzionale ha eliminato praticamente lo scenario delle elezioni politiche anticipate, se questo è stato veramente fabbricato nei laboratori della politica. Nei 3 decenni di democrazia postcomunista, la Romania ha sperimentato quasi tutto quello che si poteva sperimentare nel quadro democratico e costituzionale, tranne le elezioni anticipate. La procedura costituzionale di avvio delle anticipate le rende praticamente impossibili in assenza di un accordo assunto da una larga maggioranza delle forze politiche. Per concludere, le elezioni politiche avranno luogo in autunno, alla data prevista. Fino allora, il governo liberale dovrà affrontare una maggioranza socialdemocratica ostile.