Lavoro: malcontenti sindacali in Romania
Già dai primi giorni di questanno, alcune categorie professionali o sociali hanno scelto di esprimere in piazza le scontentezze nei confronti del modo in cui lattuale Governo di centro-destra gestisce i problemi nel contesto della pandemia di Covid-19, che ha determinato gravi squilibri nelleconomia romena. Riuniti davanti alle sedi della Presidenza, dellEsecutivo, dei vari ministeri, delle prefetture provinciali o anche dei partiti politici della coalizione al potere, romeni di tutto il Paese presentano le loro rivendicazioni. Cartel Alfa – uno dei principali sindacati in Romania – ha avviato il 14 gennaio azioni di protesta che andranno avanti fino al 28 febbraio. Per osservare le misure di sicurezza sanitaria imposte dalla pandemia di Covid-19, le azioni si svolgeranno a tappe e includeranno, oltre alle proteste in piazza, lettere, petizioni o discussioni con parlamentari di tutti i partiti parlamentari. Le principali rivendicazioni sono un salario minimo decente, pensioni giuste, servizi pubblici di qualità, lo sblocco dei negoziati collettivi, una tassazione giusta e una corretta applicazione della legislazione.
Roxana Vasile, 20.01.2021, 12:56
Già dai primi giorni di questanno, alcune categorie professionali o sociali hanno scelto di esprimere in piazza le scontentezze nei confronti del modo in cui lattuale Governo di centro-destra gestisce i problemi nel contesto della pandemia di Covid-19, che ha determinato gravi squilibri nelleconomia romena. Riuniti davanti alle sedi della Presidenza, dellEsecutivo, dei vari ministeri, delle prefetture provinciali o anche dei partiti politici della coalizione al potere, romeni di tutto il Paese presentano le loro rivendicazioni. Cartel Alfa – uno dei principali sindacati in Romania – ha avviato il 14 gennaio azioni di protesta che andranno avanti fino al 28 febbraio. Per osservare le misure di sicurezza sanitaria imposte dalla pandemia di Covid-19, le azioni si svolgeranno a tappe e includeranno, oltre alle proteste in piazza, lettere, petizioni o discussioni con parlamentari di tutti i partiti parlamentari. Le principali rivendicazioni sono un salario minimo decente, pensioni giuste, servizi pubblici di qualità, lo sblocco dei negoziati collettivi, una tassazione giusta e una corretta applicazione della legislazione.
ʺSono scontenti i pubblici dipendenti a causa del congelamento dei diritti connessi e degli stipendi per lanno 2020 e perché non sarà applicato laumento di fino all8%, che era volto a garantire il raggiungimento dei parametri della legge sulla retribuzione unica nel settore pubblico. Sono scontenti i pensionati, perché le pensioni non sono calcolate correttamente. Sono scontenti i dipendenti del settore privato, perché oltre un terzo non ha beneficiato neanche adesso dellaumento dello stipendio lordo in seguito al passaggio delle tasse sociali dal datore di lavoro allimpiegatoʺ, ha dichiarato il leader del Cartel Alfa, Bogdan Hosu.
In una lettera intitolata ʺTutti abbiamo gli stessi diritti!ʺ, Cartel Alfa ricorda ai partiti al governo (PNL, USR-Plus e UDMR) che ʺla politica di austerità istituita dallattuale Governo non era parte degli impegni che i partiti politici della coalizione si erano presi nei confronti dei cittadini durante la campagna elettorale e che il contesto socio-economico e la crisi sanitaria, che stavamo affrontando anche prima delle politiche del 6 dicembre, non hanno subito modifiche atte a giustificare un cambiamento improvviso dellatteggiamento e delle politiche pubbliche.ʺ
I sindacalisti si dichiarano consapevoli che la Romania, come lintero mondo, stia attraversando una grave crisi sanitaria ed economica, ma sono del parere che siano necessarie politiche pubbliche equilibrate, elaborate tramite una consultazione reale con i partner sociali, che distribuiscano in modo equo gli sforzi e i costi. Stando al vicepremier Dan Barna (USR-Plus), una parte delle rivendicazioni – che non ha indicato però concretamente – potrebbero essere risolte nel prossimo periodo. Dan Barna ha scritto su Facebook che si tratta, in ugual misura, di sollecitazioni che vanno guardate nel contesto di uneconomia in crisi e di un budget in cui il deficit non deve superare il 7% del PIL.