Lavoro: dibattiti sulla disparità di genere
Nonostante le inequità che ancora permangono, negli ultimi decenni l’Unione Europea ha compiuto dei progressi importanti affinchè sia raggiunta l’uguaglianza tra donne e uomini. Stando alla Commissione Europea, i segnali sono rallegranti, visto che sempre più donne lavorano e ottengono occupazioni migliori. Tuttavia ci sono anche delle donne impiegate in buona parte in settori non troppo bene retribuiti e che ricoprono meno cariche decisionali. La Strategia di Bruxelles prevede che l’Europa diventi sempre più vicina all’aspirazione della parità tra donne e uomini entro il 2025. L’idea è che tutti possano godersi la libertà di seguire la propria strada, avere pari opportunità di prosperare e parità di genere nella società, e diventare leader, se lo meritano.
Roxana Vasile, 20.05.2021, 12:03
Tra gli obiettivi-chiave si annoverano la cessazione della violenza contro le donne, il contrasto agli stereotipi di genere, l’eliminazione delle disparità di genere sul mercato del lavoro e una partecipazione uguale nei vari settori dell’economia. Vanno inoltre eliminate le differenze nella retribuzione salariale, le discrepanze di genere nell’assumere le responsabilità familiari o nel raggiungere la parità nel processo decisionale e in politica.
Presente a Bucarest alla terza edizione del Galà Women in Economy, organizzata dalla Confederazione Nazionale per l’Imprenditoria Femminile (CONAF), la ministra del Lavoro, Raluca Turcan, ha dichiarato che, purtroppo, la disparità e la discriminazione non vengono percepite come problemi scottanti in Romania. Le donne sembrano avere una rappresentanza abbastanza forte in tutti i settori, e l’accesso alle opportunità sembra quasi uguale. In realtà, uno sguardo più attento alle statistiche fornite dalle istituzioni europee o da strutture private svela l’esistenza di notevoli inuguaglianze.
Raluca Turcan ha ricordato che l’Indice Global Mastercard delle donne imprenditrici indica che solo il 27% dei business esistenti sono controllati dalle quote rosa. Invece, l’Eurostat rileva, ad esempio, una quota dell’80% di donne in prima linea nelle attività sanitarie durante la pandemia, rispetto al 20% maschile, il che dimostra la vulnerabilità femminile in certi settori davanti agli shock generati dalle crisi. La Romania è una società aperta, che ha compiuto dei progressi, ma ciò non rende i romeni meno tradizionalisti, ha aggiunto la ministra del Lavoro, Raluca Turcan.