Lavoro: cessano restrizioni per romeni e bulgari
Il 2013 è stato l’ultimo anno in cui alcuni stati membri dell’UE hanno potuto mantenere le restrizioni temporanee sul loro mercato del lavoro ai lavoratori romeni e bulgari. Dal 1 gennaio 2014, tali misure saranno del tutto eliminate, a sette anni dall’adesione di Romania e Bulgaria all’UE. Nove stati hanno applicato, fino al 31 dicembre 2013, restrizioni al libero accesso dei romeni e dei bulgari al loro mercato del lavoro: Austria, Germania, Olanda, Lussemburgo, Malta, Francia, Gran Bretagna, Irlanda e Spagna. Però l’eliminazione delle restrizioni desta paura in alcuni occidentali che temono un’invasione di romeni e bulgari. E’ giustificata la loro angoscia? La risposta più onesta è che nessuno lo sa, come rileva il quotidiano Romania libera, sottolineando che la principale preoccupazione è legata al cosiddetto turismo sociale — la pratica tramite cui uno si può registrare come beneficiario di sussidi sociali in Paesi, come Germania o Gran Bretagna, in cui le somme stanziate dallo stato superano di molto il reddito medio ottenuto in Romania. Il giornale ricorda che molte storie scandalose sono apparse sui tabloid, in merito a immigrati romeni, di solito di etnia rrom, che approfittano dei sistemi di tutela sociale dei Paesi europei, ma il numero di queste persone è relativamente basso. D’altronde, per prevenire eventuali abusi nel sistema degli aiuti sociali in Gran Bretagna, il premier David Cameron ha annunciato di recente una serie di misure in tal senso. Dal 1 gennaio, gli europei che sollecitano posti di lavoro non potranno più chiedere sussidi alla disoccupazione nei primi tre mesi di soggiorno in Gran Bretagna. Inoltre, i disoccupati europei non riceveranno più soldi per l’alloggio, a prescindere dalla data del loro arrivo in Gran Bretagna. Il quotidiano britannico The Telegraph ritiene però che la probabilità che gli immigrati europei vivano dei sussidi statali è molto più bassa rispetto a quella che gli stessi cittadini britannici si trovino in una simile situazione. La pubblicazione sostiene la libera circolazione della manodopera nellUE, molto benefica per la Gran Bretagna e per l’Europa, perché determina un impiego assai efficace del capitale umano. Anche Deutsche Welle ammette che la Germania, che ha bisogno di manodopera qualificata, ci guadagna da parecchio tempo in seguito all’arrivo di lavoratori romeni o bulgari, medici, ingegneri o tecnici. Dal canto suo, il quotidiano francese Le Monde ritiene poco probabile la prospettiva di un ampio afflusso di immigrati provenienti dall’Europa Orientale verso la Francia e altri Paesi dell’UE dopo il 1 gennaio. La pubblicazione cita degli specialisti stando ai quali due milioni di romeni sono già andati in Paesi dell’Europa meridionale, soprattutto in Spagna ed Italia, e solo pochi di loro abbandonerebbero il primo Paese-ospite.
Leyla Cheamil, 31.12.2013, 20:00
Il 2013 è stato l’ultimo anno in cui alcuni stati membri dell’UE hanno potuto mantenere le restrizioni temporanee sul loro mercato del lavoro ai lavoratori romeni e bulgari. Dal 1 gennaio 2014, tali misure saranno del tutto eliminate, a sette anni dall’adesione di Romania e Bulgaria all’UE. Nove stati hanno applicato, fino al 31 dicembre 2013, restrizioni al libero accesso dei romeni e dei bulgari al loro mercato del lavoro: Austria, Germania, Olanda, Lussemburgo, Malta, Francia, Gran Bretagna, Irlanda e Spagna. Però l’eliminazione delle restrizioni desta paura in alcuni occidentali che temono un’invasione di romeni e bulgari. E’ giustificata la loro angoscia? La risposta più onesta è che nessuno lo sa, come rileva il quotidiano Romania libera, sottolineando che la principale preoccupazione è legata al cosiddetto turismo sociale — la pratica tramite cui uno si può registrare come beneficiario di sussidi sociali in Paesi, come Germania o Gran Bretagna, in cui le somme stanziate dallo stato superano di molto il reddito medio ottenuto in Romania. Il giornale ricorda che molte storie scandalose sono apparse sui tabloid, in merito a immigrati romeni, di solito di etnia rrom, che approfittano dei sistemi di tutela sociale dei Paesi europei, ma il numero di queste persone è relativamente basso. D’altronde, per prevenire eventuali abusi nel sistema degli aiuti sociali in Gran Bretagna, il premier David Cameron ha annunciato di recente una serie di misure in tal senso. Dal 1 gennaio, gli europei che sollecitano posti di lavoro non potranno più chiedere sussidi alla disoccupazione nei primi tre mesi di soggiorno in Gran Bretagna. Inoltre, i disoccupati europei non riceveranno più soldi per l’alloggio, a prescindere dalla data del loro arrivo in Gran Bretagna. Il quotidiano britannico The Telegraph ritiene però che la probabilità che gli immigrati europei vivano dei sussidi statali è molto più bassa rispetto a quella che gli stessi cittadini britannici si trovino in una simile situazione. La pubblicazione sostiene la libera circolazione della manodopera nellUE, molto benefica per la Gran Bretagna e per l’Europa, perché determina un impiego assai efficace del capitale umano. Anche Deutsche Welle ammette che la Germania, che ha bisogno di manodopera qualificata, ci guadagna da parecchio tempo in seguito all’arrivo di lavoratori romeni o bulgari, medici, ingegneri o tecnici. Dal canto suo, il quotidiano francese Le Monde ritiene poco probabile la prospettiva di un ampio afflusso di immigrati provenienti dall’Europa Orientale verso la Francia e altri Paesi dell’UE dopo il 1 gennaio. La pubblicazione cita degli specialisti stando ai quali due milioni di romeni sono già andati in Paesi dell’Europa meridionale, soprattutto in Spagna ed Italia, e solo pochi di loro abbandonerebbero il primo Paese-ospite.