Laura Codruţa Kövesi, votata per la carica di procuratore-capo europeo
L’ex capo della DNA, Laura Codruţa Kövesi, gode, d’ora in avanti, anche del sostegno del Consiglio dell’UE per la nomina nella carica di procuratore-capo europeo. Alla riunione di giovedì del Comitato dei rappresentanti degli stati membri dell’UE (COREPER), la Kövesi è stata votata da 17 sui 22 ambasciatori dei Paesi che si sono affiancati finora all’iniziativa relativa all’Ufficio del Procuratore Europeo. La Procura UE sarà fondata l’anno prossimo e diventerà operativa nel 2021. Secondo la legislazione comunitaria, il procuratore capo viene nominato, congiuntamente dal Parlamento e dal Consiglio per un mandato di sette anni, che non può essere rinnovato. Stando ai commentatori, l’argomento è stato già chiuso, perché il Legislativo europeo ha espresso il sostegno alla candidata romena sia nella precedente, che nell’attuale legislatura.
Bogdan Matei, 20.09.2019, 13:57
Promotrice della lotta alla corruzione per alcuni, capo di un sistema poliziesco abusivo per altri, la Kövesi è stata spesso definita la donna più forte in Romania. Poco prima di essere destituita, a giugno 2018, dal presidente Klaus Iohannis, in seguito ad una decisione della Corte Costituzionale, lei ammetteva, però, a New York, ad un dibattito organizzato presso la sede dell’ONU, che la maggiore sfida per la Romania è mantenere l’indipendenza dei giudici e dei procuratori. Ci sono stati ripetuti tentativi di cambiare la legislazione anticorruzione per limitare gli strumenti legislativi utilizzati dai procuratori anticorruzione o per depenalizzare alcuni reati. Ci sono state situazioni in cui è stata rifiutata la rimozione dell’immunità ai politici accusati di atti di corruzione. L’intero sistema giudiziario si è confrontato con attacchi tramite notizie false” — ha riassunto il capo della DNA la storia degli ultimi anni, in cui le autorità sono state accusate di cercare di fermare la lotta alla corruzione e di sottomettere i magistrati. Al di là delle polemiche, ci sono le statistiche. Negli ultimi cinque anni, sotto la direzione della Kövesi, la DNA ha rinviato a giudizio 14 ministri ed ex ministri e 53 parlamentari. 27 di loro sono stati già condannati in via definitiva. Nello stesso periodo, la Direzione ha disposto misure cautelari pari a oltre 2,3 miliardi di dollari.
Di recente, la nuova premier pro-europea della Moldova (repubblica ex-sovietica, a maggioranza romenofona), Maia Sandu, ha annunciato che desidera un procuratore europeo a capo della procura generale ed ha lanciato un invito in tal senso all’ex capo della DNA romena. A Bucarest, invece, la classe politica ha avuto reazioni divergenti dopo il voto di giovedì. La premier socialdemocratica Viorica Dăncilă e il leader dell’ALDE, Călin Popescu-Tăriceanu, non hanno nascosto il malcontento ed hanno ripreso le critiche nei confronti dell’ex capo della DNA. Il presidente Iohannis e, dall’opposizione, il PNL e l’USR hanno salutato questa vittoria di tappa, per la quale, affermano i commentatori, hanno cercato di arrogarsi dei meriti. Stando alla Kövesi, questa è anche una vittoria dei suoi compatriotti che, tramite impegno civico e proteste di piazza, le sono sempre rimasti a fianco, seguendo l’esortazione che aveva lanciato nel giorno della sua destituzione dalla DNA: la corruzione può essere sconfitta, non mollate!”