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L’addio dei romeni a Re Michele

Uno storico romeno diceva, in questi giorni, che è necessario riscrivere la storia piena di bugie, smentire chiaramente certe informazioni per cancellare la propaganda di cui si sono serviti i comunisti per screditare la monarchia e lultimo re di Romania, Michele I. A livello umano, non accademico, la storia è cominciata già ad essere riscritta. Migliaia di persone si sono messe in fila anche per otto ore, per raccogliersi davanti alla bara con le spoglie del re, deposta al Palazzo Reale di Bucarest.

L’addio dei romeni a Re Michele
L’addio dei romeni a Re Michele

, 15.12.2017, 13:24



Re Michele ha vissuto una vita di sacrifici. Gli è stato imposto di lasciare il Paese ed è stato minacciato che 1000 giovani sarebbero stati uccisi, se non avesse lasciato il Paese. Vi rendete conto della situazione?

Ho saputo tardi chi era e comera, un uomo onesto, buono, fedele… Sarebbe stato meglio se fosse stato diverso.

Purtroppo abbiamo saputo di più su di lui negli ultimi anni e cè il rimpianto che forse lo abbiamo conosciuto troppo tardi. A scuola ci hanno parlato di lui molto poco e non necessariamente in termini positivi.

Se dovessi riassumere, rappresenta una lezione di decenza, che non ho mai visto in nessun altro uomo di stato romeno.



Decenza, dignità, amore e senso del dovere nei confronti del Paese, inalterato da orgogli e risentimenti, neanche dopo che, allinizio degli anni 90, le autorità postcomuniste gli hanno vietato con brutalità, come ricordava il presidente Klaus Iohannis, di tornare nel Paese e di raccogliersi alla tomba dei suoi antenati. Questo è stato Re Michele e questi sono stati i motivi per cui i romeni hanno sentito di dovergli essere vicini, pagando il basso prezzo di una notte di veglia e del freddo.



Resto quanto cè bisogno, con lenorme rimpianto che le cose sono successe così e non abbiamo sfruttato la chance che abbiamo avuto. Sento il bisogno di passare qui, anche se si tratta di ore, voglio starci, perché adesso posso fare almeno questo.

Siamo venuti a rendere un omaggio a Sua Maestà.



La civiltà europea è in debito con lultimo re di Romania per il merito di essersi opposto, con coraggio, al nazismo e al comunismo. Al primo, il 23 agosto 1944, quando il Re fece arrestare il dittatore fascista Ion Antonescu, capo de facto del Paese, denunciando la sua alleanza con Hitler. Stando agli storici, la sua azione ha accorciato la guerra di sei mesi, risparmiando centinaia di migliaia di vite.



Re Michele ha cercato poi di impedire la sovietizzazione della Romania, ma le pratiche sono fallite a causa della mancanza di sostegno esterno. Il 30 dicembre 1947, in seguito alle pressioni del governo marionetta dei russi, fu costretto ad abdicare. È seguito un doloroso esilio, per lui e per la sua famiglia, mentre il Paese è entrato in un periodo terribile, dal quale è uscito con il tributo di sangue dei giovani solo a dicembre 1989. Il Re si è spento a 96 anni, dopo aver attraversato un secolo senza pietà per lui e per il Paese che ha servito in maniera esemplare. È giunto ora il momento che riposi in pace a Curtea de Argeş (sud), accanto alla Regina Ana e a due passi dai suoi antenati, Carlo I, Ferdinando e Carlo II. (tr. G.P.)

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