La situazione dell’istruzione in Romania
Bogdan Matei, 10.08.2016, 17:15
Nella Romania post-comunista, oltre alla Sanità e all’Istruzione,
nessun altro settore di attività è stato sottoposto a talmente tante riforme
fallite.
Membri di partiti politici o indipendenti, di destra o
di sinistra, provenienti dall’interno e dall’esterno del sistema, quasi tutti i
ministri dell’istruzione hanno cercato di cambiare le regole. E dopo tutte
queste trasformazioni che non hanno fatto altro che seminare confusione tra
alunni e docenti, proprio un ex ministro dell’insegnamento, l’attuale senatore Liviu
Pop, definiva di recente l’esame di maturità un eterno fallimento.
Martedì, è toccato ad un altro ex ministro, il
presidente del Consiglio Nazionale dei Rettori della Romania, Sorin Cîmpeanu, di
anticipare ciò che lui ha definito una prima non desiderata per gli ultimi 26
anni: il numero degli alunni che hanno finito gli studi liceali, in possesso di
un diploma di Baccalaureato sarà, nel 2016, inferiore a 100 mila.
Presente, a Galaţi, al Forum delle Organizzazioni
Studentesche della Romania, Câmpeanu ha affermato che il calo accentuato del
numero di diplomati si riflette nelle difficoltà affrontate dalle università a
coprire tutti i posti messi a disposizione per il primo anno di studio. A lungo
termine, il fenomeno potrebbe determinare il non adempimento delle percentuali
che la Romania si è assunta per quanto riguarda il numero dei laureati, che è
comunque inferiore a quello stabilito dall’Unione Europea.
Lui stesso docente, il presidente Klaus Iohannis ha
partecipato all’apertura del Forum di Galaţi ed ha affermato che l’insegnamento
universitario deve essere al di sopra di ogni dubbio sulla qualità e
l’integrità. Le tesi di laurea e di master devono rispettare una
serie di norme chiare, che bisogna applicare costantemente nelle università
– ha ammonito il presidente. In questo modo, potremmo prevenire la cultura
del plagio già dai primi anni – ha affermato Iohannis, dopo che, nell’ultimo
periodo, le sentenze di plagio nel caso di alcune tesi di dottorato sono state
tra i principali argomenti analizzati dalla stampa. Ed è solo la punta
dell’iceberg, sostiene il presidente.
Però proprio i nomi degli accusati, esponenti delle
pseudo-élite politiche e accademiche di Bucarest, fanno notizia sui giornali e
in TV. La lunga vicenda del dottorato in giurisprudenza dell’ex premier
socialdemocratico Victor Ponta si è conclusa, di recente, dopo l’implacabile
sentenza di plagio, con il ritiro del suo titolo di dottore. Ponta rischia ora
anche l’esclusione dal Collegio degli Avvocati, in cui era stato ammesso
proprio in base alla tesi contraffatta. L’ex vicepremier e leader dell’Unione
Nazionale per il Progresso della Romania Gabriel Oprea è stato anche
coordinatore di tesi di dottorato, sebbene anche la sua sia ritenuta un plagio
dagli esperti.
Oltre ai due nomi conosciuti, molti politici meno noti
si ritrovano sulla lista dei falsi dottori. Già scoperti, alcuni dei plagiatori
hanno chiesto il ritiro del proprio titolo accademico. Però la maggior parte di
loro, con standard molto bassi non solo dal punto di vista accademico, ma anche
morale, non ci pensano neanche di ritirarsi dalla vita pubblica – notano gli
analisti.