La sinistra vince le elezioni politiche in Romania
Solo il 40% degli oltre 18 milioni di romeni aventi diritto di voto si sono presentati alle urne alle politiche di domenica, e quasi la metà di loro hanno optato per il principale partito di Sinistra, il PSD, il quale ha ottenuto circa il 45% dei voti sia alla Camera che al Senato. Il leader del partito, Liviu Dragnea, si è sentito in diritto di rivendicare la carica di premier per il PSD. L’opzione dei romeni è stata chiara e va rispettata da tutte le istituzioni fondamentali, ha detto Dragnea.
Ştefan Stoica, 12.12.2016, 13:48
“Voglio che in Romania sia mantenuta questa democrazia stabile, senza conflitti inutili, e ciò significa che tutte le istituzioni fondamentali dello stato devono capire e rispettare il voto di oggi dei romeni”, ha dichiarato il leader socialdemocratico.
Il PSD ha sconfitto praticamente il principale partito di destra, il Partito Nazional-liberale, il cui declino, cominciato alle elezioni amministrative dell’estate scorsa, è stato confermato alle politiche.
Con solo il 20%, i liberali, che speravano che lattuale premier, il tecnocrate Dacian Ciolos, ottenesse un nuovo mandato, sono la grande delusione di queste elezioni. Come prova dellassunzione del fallimento, la presidente del PNL, Alina Gorghiu, ha annunciato le sue dimissioni. La Gorghiu ha precisato che, domani, sarà decisa la formula che assicurerà la presidenza ad interim del partito.
I partiti più piccoli che Alina Gorghiu sperava di trovare nel Legislativo coagulati intorno al progetto Dacian Cioloş premier — lUnione Salvate Romania e Partito Movimento Popolare — hanno superato la soglia del 5%, ma non possono capovolgere l’aritmetica delle elezioni. Dopo il successo ottenuto nella capitale alle elezioni amministrative, l’Unione Salvate Bucarest si è trasformata nell’Unione Salvate la Romania e, con più del 9% al primo test nazionale importante, promette di diventare l’alternativa, competente e non toccata da scandali di corruzione, ai partiti politici tradizionali.
“Un partito formato di persone che non hanno mai fatto politica entra nel Parlamento per la prima volta dopo la Rivoluzione”, ha dichiarato il leader dell’USR, Nicuşor Dan.
L’ALDE, che ha alla base una dissidenza liberale ed è diretta dall’ex premier Călin Popescu Tăriceanu, farà parte del Parlamento, e, con il suo 6%, sosterrà il PSD, secondo un’intesa precedente, rafforzata dalle dichiarazioni fatte dopo lo scrutinio. Invece, all’opposizione ci saranno i popolari dell’ex presidente Traian Băsescu, che hanno superato di poco la soglia del 5%.
Non mancherà l’UDMR, con oltre il 6% dei voti, il cui leader Kelemen Hunor non nasconde il desiderio dell’Unione a contribuire alle decisioni del Legislativo.
“Spero che il nostro gruppo parlamentare abbia una parola da dire in tutte le decisioni che saranno prese nel Parlamento”, ha detto Hunor.
Nessun candidato indipendente si annovera tra i neoeletti.
Dal punto di vista tecnico, lo scrutinio di domenica ha segnato il ritorno, dopo due serie di elezioni uninominali, al voto proporzionale, sulle liste. Per la prima volta, per i romeni residenti allestero è stato introdotto il voto per corrispondenza, affinché possano esercitare più facilmente questo diritto. Dal punto di vista politico, la maggioranza è raggiunta con le percentuali ottenute dal PSD e dalla loro alleata, ALDE.
Il voto popolare crea una situazione scomoda per il presidente Klaus Iohannis, e gli analisti si chiedono tutti se cederà alla pressione del PSD e abbandonerà il criterio di integrità che lui ritiene importante. Prima delle elezioni, il presidente Klaus Iohannis aveva ammonito che non designerà un primo ministro con problemi penali, mentre Liviu Dragnea, il cui nome è menzionato come possibile premier, ha ricevuto una condanna con sospensione per il suo coinvolgimento nelle sregolatezze al referendum sulla destituzione dell’ex capo dello stato, Traian Băsescu. (tr. G.P:)