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La settimana 26/10 – 01/11/2014

Il 2 novembre, oltre 18 milioni di romeni sono attesi alle urne per decidere chi sarà il capo dello stato nei prossimi cinque anni. La massima carica è contesa tra 14 candidati: due in rappresentanza di alleanze, otto di singoli partiti e quattro indipendenti. Nel Paese saranno aperti 18.550 seggi. Per i romeni all’estero, il Ministero degli Esteri ha organizzato 294 seggi, di cui 51 in Italia. Un eventuale ballottaggio si terrà il 16 novembre.

La settimana 26/10 – 01/11/2014
La settimana 26/10 – 01/11/2014

, 31.10.2014, 13:28

Il 2 novembre, oltre 18 milioni di romeni sono attesi alle urne per decidere chi sarà il capo dello stato nei prossimi cinque anni. La massima carica è contesa tra 14 candidati: due in rappresentanza di alleanze, otto di singoli partiti e quattro indipendenti. Nel Paese saranno aperti 18.550 seggi. Per i romeni all’estero, il Ministero degli Esteri ha organizzato 294 seggi, di cui 51 in Italia. Un eventuale ballottaggio si terrà il 16 novembre.



L’Unione Europea stanzierà circa 650 milioni di euro a progetti-chiave nell’infastruttura energetica nella regione del Baltico e nell’Europa centro-sud-orientale. Tra i progetti anche il gasdotto che connetterà la Bulgaria all’Austria, passando per Romania e Ungheria. Il beneficiario è la compagnia romena Transgaz, che riceverà oltre 1,5 milioni di euro. Inoltre, grazie a un programma UE destinato a tutti i 28 Paesi membri, oltre 1.200 famiglie e persone singole sfavorite riceveranno aiuti dopo il 17 novembre. Inoltre, il Governo di Bucarest ha deciso di stanziare circa 100 milioni di lei (oltre 22 milioni di euro) alla ricostruzione dell’infrastruttura in 171 località di 15 province, danneggiata dalle alluvioni nei mesi scorsi.



Le compagnie Exxon Mobile e OMV Petrom hanno avviato le esplorazioni in una nuova zona delle acque territoriali romene del Mar Nero. Il nuovo impianto di trivellazione dista circa 155 km dalla sponda e testerà una nuova struttura geologica del blocco Nettuno. I lavori di esplorazione condotti due anni fa nella zona hanno indicato potenziali giacimenti in grado di assicurare l’intero fabbisogno della Romania per un periodo di sei anni. In dichiarazioni a Radio Romania, l’esperto nel campo energetico, Ionuţ Purica, spiega quanto sia importante che le riserve siano pronte allo sfruttamento durante un eventuale periodo di crisi. L’esperto ha aggiunto che, almeno per quest’inverno, la Romania è al sicuro. Ogni anno, la Romania deposita del gas per il fabbisogno interno durante l’inverno, e, a quanto pare, in questo momento le quantità superano gli stoccaggi abituali. E questo fatto contribuisce ad assicurare la capacità di assorbire lo shock delle forniture di gas. Per ora, i prezzi restano costanti, almeno fino in primavera. Dall’evoluzione delle cose risulta chiaramente che la Romania ha le proprie risorse di gas”, dichiara l’esperto.



Il Ministero degli Esteri romeno ha salutato l’esito delle elezioni nella confinante Ucraina, valutando che si tratta di una delle tappe importanti volte a consolidare il quadro democratico in questo Paese, in vista dell’applicazione delle riforme necessarie al percorso europeo. La diplomazia romena ha salutato anche la grande affluenza alle urne, che conferma l’impegno degli ucraini verso un futuro dedicato agli sforzi destinati alla riforma dello stato e della società nel suo insieme.



La Fiera internazionale di prodotti e impianti agricoli INDAGRA ha riunito a Bucarest 700 aziende di 27 Paesi. Per la stessa occasione, è stato organizzato anche un forum tra la Cina e i Paesi dell’Europa centro-orientale. Il ministro dell’Agricoltura, Daniel Constantin, ha spiegato che l’organizzazione del forum in Romania, testimonia il ruolo strategico che il nostro Paese ha consolidato negli ultimi anni nel campo dell’agricoltura. Una sezione speciale della fiera INDAGRA è stata dedicata alla presentazione e promozione dei prodotti tradizionali romeni provenienti da tutte le regioni del Paese. ll numero dei produttori tradizionali sta crescendo da un anno all’altro, il che indica il fatto che i romeni diventano sempre più interessati e orgogliosi delle proprie origini. Allo stesso tempo, i nostri prodotti stanno diventando sempre più attraenti sul mercato esterno, poichè gli stranieri già sanno che la Romania produce cibo di altissima qualità. Quest’anno, la sezione dei prodotti bio riunisce oltre 100 aziende romene e straniere, il che dice tanto sullo sviluppo di questo settore estremamente importante”, ha detto il ministro.



La Romania e la Bulgaria, due Paesi che hanno il più lungo confine sul Danubio, precisamente 470 km, sono state collegate per 59 anni da un unico ponte, quello tra Giurgiu e Ruse. Appena nel 2013 è stato inaugurato il secondo, tra le città di Calafat e Vidin. Ai lavori di costruzione, durati ben 13 anni, sono stati stanziati anche fondi europei. I ponti collegano il sud della Romania al nord della Bulgaria, cioè le aree meno sviluppate dei due Paesi. Le autorità di Bucarest e Sofia concordano che altre simili strutture sul Danubio saranno in grado di attirare investimenti, aumentare il traffico e appoggiare l’imprenditoria locale. Un memorandum firmato il 28 ottobre a Bucarest dal ministro dei Trasporti bulgaro, Nikolina Angelkova, e dal ministro dello Sviluppo regionale romeno, Liviu Dragnea, prevede la costruzione di altri due ponti nei prossimi anni. Il primo, che connetterà Turnu Magurele e Nicopole, costerà tra i 200 e i 270 milioni di euro e dovrebbe essere inaugurato nel 2016. Il secondo collegherà le città di Calarasi e Silistra. Presente alla firma del memorandum, il premier romeno Victor Ponta ha auspicato l’inaugurazione entro almeno tre anni.



Con oltre 900.000 presenze, i romeni si riconfermano la più numerosa comunità straniera in Italia. Lo rilevano i dati del Dossier Statistico Immigrazione UNAR-IDOS 2014, presentati il 29 ottobre a Roma. Il rapporto indica che, nel 2006, un anno prima dell’ingresso del Paese di origine nell’UE, che ha consentito la libera circolazione comunitaria, i romeni in Italia erano circa 342.000 secondo i dati ufficiali dei residenti. Una presenza aumentata negli anni successivi, quasi raddoppiata nel 2007 e triplicata a partire dal 2010, con l’inizio di una fase di stabilizzazione. Dai dati più aggiornati dell’ISTAT risulta che, alla fine del 2012, con 933.354 presenze ufficiali in Italia, i romeni si riconfermano la prima comunità straniera nella Penisola come numeri. Lo stesso Dossier UNAR — IDOS indica che il 60% dei romeni lavora nel settore dei servizi, il 34% nell’industria, e il 6,3% nell’agricoltura. Nel 2013, le imprese individuali romene si collocavano al secondo posto (dietro al Marocco, che ne conta 61.177), con 46.029 titolari, precedendo la Cina (45.043). Antonio Ricci, uno dei curatori del Dossier Statistico Immigrazione, ha spiegato a Radio Romania che la comunità romena non solo si riconferma come la più numerosa, ma ha anche registrato un nuovo flusso lo scorso anno.

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