La Romania non sostiene l’UE a più velocità
Sebbene più vecchia, l’idea di un’Europa a più velocità si è imposta di recente nei dibattiti sul futuro dell’UE, sullo sfondo della Brexit. Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha presentato questa soluzione come uno dei cinque scenari possibili per il progetto europeo, post-Brexit, in occasione della pubblicazione di un Libro bianco sul futuro dell’UE, a inizio marzo. Da allora, l’idea si ritrova nei dibattiti fra i leader nazionali, divisi fra promotori ferventi, osservatori prudenti e oppositori accaniti.
Florentin Căpitănescu, 31.03.2017, 12:43
Sebbene più vecchia, l’idea di un’Europa a più velocità si è imposta di recente nei dibattiti sul futuro dell’UE, sullo sfondo della Brexit. Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha presentato questa soluzione come uno dei cinque scenari possibili per il progetto europeo, post-Brexit, in occasione della pubblicazione di un Libro bianco sul futuro dell’UE, a inizio marzo. Da allora, l’idea si ritrova nei dibattiti fra i leader nazionali, divisi fra promotori ferventi, osservatori prudenti e oppositori accaniti.
Promosso da alcuni stati membri, con a capo la Germania e la Francia, respinto da altri, soprattutto dai Paesi dell’Europa Centrale e Orientale, il concetto di Europa a più velocità è stato il principale tema del Congresso del Partito Popolare Europeo organizzato nella capitale di Malta, La Valletta. Per l’occasione, la Romania, tramite il capo dello stato, Klaus Iohannis, ha ribadito che non sostiene un’Unione Europea a più velocità, che potrebbe portare ad un aumento delle divisioni sociali ed economiche fra gli stati membri. Nel suo discorso, il presidente Iohannis ha dichiarato che, attualmente, l’Europa si trova in un momento di svolta, con crisi complesse, di un’intensità senza precedenti.
Il presidente ha affermato che gli attacchi terroristici, la migrazione, il nazionalismo, il populismo, la Brexit e, più di qualsiasi altra cosa, l’aumento dell’euroscetticismo sono diventate grandissime sfide. In un contesto del genere, è meglio individuare soluzioni che rinunciare ad un progetto che è riuscito a portare l’armonia e la cooperazione sul continente per così tanti decenni, ha aggiunto ancora in merito il capo dello stato romeno.
D’altra parte, il presidente Iohannis ha ribadito che la Romania desidera, dopo la Brexit, un forte partenariato con il Regno Unito: “Voglio che svolgiamo negoziati che garantiscano i diritti ai romeni che vivono e lavorano in Gran Bretagna. Voglio, d’altra parte, che manteniamo forte il Partenariato Strategico con la Gran Bretagna. Voglio che la collaborazione nel campo della politica di sicurezza continui. Quindi, queste cose sono importanti per noi e, dai colloqui avuti, e ne abbiamo avuti moltissimi, formali e informali, con leader importanti, posso dire che le cose si stanno muovendo nella giusta direzione”.
E’ estremamente importante che i negoziati, sia quelli sul ritiro della Gran Bretagna dall’UE, che quelli relativi all’accordo che sarà firmato dopo che il Regno Unito uscirà dall’Unione, diano risultati ragionevoli e sostenibili, ha aggiunto ancora il capo dello stato romeno. (tr. G.P.)