La Romania, in cima alla crescita economica europea
L’economia dell’eurozona è cresciuta dello 0,4% nel secondo trimestre del corrente anno, rispetto ai tre mesi precedenti, secondo i dati rivisti resi pubblici dall’Eurostat. Anche se solo leggermente, la cifra supera, però, le stime iniziali dello 0,3% grazie alle esportazioni e alle spese di consumo.
Roxana Vasile, 09.09.2015, 13:06
L’economia dell’eurozona è cresciuta dello 0,4% nel secondo trimestre del corrente anno, rispetto ai tre mesi precedenti, secondo i dati rivisti resi pubblici dall’Eurostat. Anche se solo leggermente, la cifra supera, però, le stime iniziali dello 0,3% grazie alle esportazioni e alle spese di consumo.
La Banca Centrale Europea aveva anticipato, già dalla scorsa settimana, che la ripresa dell’eurozona continuerà, anche se in un ritmo più lento come effetto del rallentamento delle attività economiche in Cina.
La stessa banca prevede per quest’anno una crescita economica dell’1,4% nell’eurozona, seguita da una crescita dell’1,8% nel 2016. Inoltre, il presidente della BCE, Mario Draghi, ha assicurato che l’istituzione che dirige è preparata a supplementare le misure di stimolo, se l’economia dell’eurozona ne avrà bisogno.
Al livello dell’intera Unione Europea, il PIL è cresciuto nel secondo trimestre del 2015, rispetto ai primi tre mesi del corrente anno, in tutti gli stati per i quali sono disponibili i dati, tranne la Francia, dove l’economia è in stagnazione. Le maggiori crescite rispetto al primo trimestre sono state registrate in Lettonia (+1,2%), Malta (+1,1%), R.Ceca, Spagna e Svezia (+1%), seguite da Grecia e Polonia (+0,9%), Slovacchia (+0,8%), Estonia, Croazia, Lituania, Slovenia e Gran Bretagna (+0,7%).
Però, accanto a Malta e R.Ceca, la Romania è il paese europeo con la maggiore crescita economica annua. Precisamente, nel secondo trimestre del corrente anno, rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, la Romania ha avuto una crescita economica del 3,7%, mentre Malta può vantare il 4,8%, e la R.Ceca il 4,4%.
La buona crescita economica, la bassa inflazione, il tasso di cambio stabile della moneta nazionale, il leu, rispetto all’euro, e il basso debito pubblico rendono l’economia romena una possibile destinazione per gli investitori che considerano troppo a rischio le situazioni in Cina e Grecia, per avviare affari in questi paesi.
D’altronde, gli investimenti stranieri diretti danno segni di ripresa e sono già in crescita, registrando nel primo semestre del 2015 un valore di oltre 450 milioni di euro più alto rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.
Non in ultimo, la recente adozione da parte del Parlamento di Bucarest del nuovo Codice fiscale rafforza la convinzione del potere politico che la maggioranza dei provvedimenti che include porterà a una straordinaria modernizzazione del sistema fiscale nazionale.