La Romania e le quote profughi
La crisi dei profughi che entrano o si trovano già sul territorio di alcuni stati dell’UE sta peggiorando man mano che il loro numero sta crescendo da un giorno all’altro. Un ferryboat con 2.500 profughi a bordo ha lasciato, con l’appoggio del governo greco, l’isola di Lesbo, diretto ad Atene. In Ungheria, alcune autostrade sono state chiuse, e l’esercito ha cominciato gli addestramenti, anticipando possibili violenze al confine sud. Le ferrovie danesi DSB hanno sospeso mercoledì il traffico tra la Danimarca e la Germania, dopo che la polizia ha fermato centinaia di migranti che hanno passato il confine in treno.
Valentin Țigău, 10.09.2015, 13:18
Anticipando la crescita della pressione migratoria, il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha sollecitato agli stati membri di accettare al ripartizione di 160.000 rifugiati e le quote obbligatorie che spetterebbero. Abbiamo i mezzi necessari per aiutare chi fugge da guerra, terrore e oppressione, dichiarava Juncker, annunciando inoltre che, dall’inizio dell’anno, 500.000 persone hanno cominciato a venire in Europa. I criteri in base ai quali sono state calcolate le quote di migranti sono il numero di abitanti, il PIL, il numero delle domande di asilo e il tasso della disoccupazione.
La Germania dovrebbe accogliere oltre 30.000 profughi, il Belgio 4.500, la Bulgaria 1.600, la Svezia 4.500, la Repubblica Ceca 3000. La BBC scrive sul suo sito che quattro paesi dell’Europa centrale – R.Ceca, Slovacchia, Romania e Polonia – si oppongono all’idea delle quote obbligatorie di migranti. Alla Romania dovrebbero essere ripartiti 4.646 rifugiati, oltre ai 1.785 assunti inzialmente.
A Bucarest, la posizione delle autorità non è cambiata dopo la decisione della Commissione Europea. La Romania non si può permettere di accogliere un numero di migranti superiore alle sue possibilità, afferma il premier Victor Ponta. Abbiamo una capienza di 1.785 posti, di cui circa 200 già occupati. Meglio dire la verità e spiegare chiaramente cosa può fare la Romania, non quote obbligatorie, bensì quote a seconda delle possibilità di ogni singolo paese, ha dichiarato il premier.
E’ questo anche il punto di partenza per il mandato della Romania ai futuri negoziati europei su questo tema. La posizione ufficiale sarà resa definitiva la prossima settimana alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa. D’altronde, le proposte della Commissione Europea saranno discusse lunedì dai ministri dell’interno degli stati membri dell’Unione. A seconda dei risultati dell’incontro, potrebbe svolgersi una riunione straordinaria dei capi di stato e di governo europei.