La Romania e la crisi dei migranti
L’ex commissario europeo all’Agricoltura tornerà la settimana prossima a Bruxelles in veste di capo del Governo di tecnici di Bucarest. Martedì, le commissioni parlamentari riunite per affari europei hanno dato avviso favorevole al mandato con cui il premier Dacian Ciolos parteciperà alla riunione del Consiglio Europeo il 17 e il 18 dicembre. L’iniziativa che la Romania sia rappresentata dal premier è appartenuta al presidente Klaus Iohannis, e gli analisti dicono che l’idea è ispirata. Da una parte, perchè Ciolos è a suo agio nei conclavi comunitari, e dall’altra perchè è un segnale tonico della fiducia tra i due leader dell’amministrazione di Bucarest. In precedenza, sia Iohannis che il suo predecessore fino al 2014, Traian Basescu, non hanno nascosto le idiosincrasie e hanno rifiutato di delegare la rappresentanza della Romania a Bruxelles all’ex premier socialdemocratico Victor Ponta che, finalmente, si è dimesso lo scorso mese, sotto la pressione di ampie manifestazioni di strada anticorruzione.
Bogdan Matei, 09.12.2015, 12:56
Ciolos ha precisato di aver desiderato l’incontro con i membri delle commissioni parlamentari in quanto una delle priorità del suo governo è quella di preparare l’agenda della Romania per la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea del 2019. Bucarest, ha aggiunto egli, insisterà al vertice della prossima settimana sul bisogno di risolvere i problemi di fondo della migrazione e di meglio securizzare l’Europa. L’elemento centrale del mandato è quello che la Romania continui ad insistere sulla necessità di curare le causa e la necessità di assicuuare una buona securizzazione delle frontiere dell’Unione Europea, parallelamente con il controllo della migrazione nelle zone di origine, ha detto Dacian Ciolos. Inoltre, il premier ha sottolineato che la Romania manterrà i riserbi verso l’istituzione di un meccanismo permanente di rilocare i profughi dall’Africa e dal Medio Oriente nello spazio comunitario.
A settembre, l’ex premier Ponta dichiarava che la Romania non può accogliere più profughi di quanto lo consente la capacità di alloggio di 1.500 posti, di cui 150-200 sono già occupati. Sempre allora, sullo sfondo delle speculazioni dalla stampa estera, sull’accoglienza in Romania di quattro fino a sette mila migranti, anche il presidente Iohannis si è pronunciato per il diritto di ogni paese membro UE di accogliere solo quanti rifugiati può ospitare. Per la Romania, il presidente ha evocato un numero vicino a quello comunicato dal premier – 1785 – e ha ribadito l’opzione per quello che ha chiamato quote volontarie, respingendo quelle obbligatorie evocate dai responsabili comunitari. Successivamente, la Bucarest ufficiale è sembrata acconsentire al principio delle quote obbligatorie, però i commentatori affermano che dopo la strage jihadista di Parigi dello scorso mese, in cui sono stati coinvolti anche cosiddetti rifugiati, l’intero dossier dei migranti va riesaminato.