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La Romania e gli investimenti stranieri

Far venire investitori stranieri in Romania è stato, per anni, dopo la Rivoluzione anti-comunista del 1989, il ritornello prediletto dei governi che si sono succeduti al potere. Alle privatizzazioni di successo si sono aggiunte, per sfortuna, quelle fatte al limite, spesso a sfavore dello Stato romeno e delle comunità locali. Alcune imprese sono finite in mano a delle persone che non se ne intendevano, che hanno pensato di poterle far funzionale, ma hanno fallito in modo lamentabile. Altre sono state acquistate in mala fede, solo per gli attivi detenuti. D’altronde, su molte transazioni permangono ancora sospetti di corruzione.

La Romania e gli investimenti stranieri
La Romania e gli investimenti stranieri

, 23.03.2018, 13:42

Far venire investitori stranieri in Romania è stato, per anni, dopo la Rivoluzione anti-comunista del 1989, il ritornello prediletto dei governi che si sono succeduti al potere. Alle privatizzazioni di successo si sono aggiunte, per sfortuna, quelle fatte al limite, spesso a sfavore dello Stato romeno e delle comunità locali. Alcune imprese sono finite in mano a delle persone che non se ne intendevano, che hanno pensato di poterle far funzionale, ma hanno fallito in modo lamentabile. Altre sono state acquistate in mala fede, solo per gli attivi detenuti. D’altronde, su molte transazioni permangono ancora sospetti di corruzione.



Questo essendo, in breve, il quadro generale, giovedì, il Ministero dell’Economia di Bucarest ha annunciato che lo Stato romeno diventerà azionista maggioritario del Cantiere Navale DMHI Mangalia, attualmente detenuto dai sud-coreani. Più esattamente, verrà fondata una società mista di cui il Ministero dell’Economia avrà il 51% delle azioni, mentre gli olandesi di Damen Shipyards Group, che compreranno la parte dei sud-coreani — il 49%.



“E’ la prima volta negli ultimi 28 anni che lo Stato si assume il controllo di un obiettivo strategico privatizzato. Da azionisti maggioritari possiamo proteggere in maniera più efficace gli interessi dello Stato romeno ma anche la manodopera altamente qualificata operante sul Cantiere Navale” — si legge in un comunicato ufficiale. La situazione finanziaria della compagnia ha già portato alla partenza, nell’ultimo anno e mezzo, di centinaia di lavoratori, mentre negoziati sull’aumento degli stipendi dei lavoratori rimasti non ci sono più stati da tre anni.



Dei problemi esistenti sul cantiere in riva al Mar Nero parla il leader sindacale Laurenţiu Gobeajă: “I nostri problemi erano conosciuti da circa due anni: che il numero di navi era diminuito nel tempo e che avremmo avuto un periodo vuoto. Non è stata presa alcuna decisione e, in tutto questo periodo, abbiamo avvertito ripetutamente, sia il Ministero che i rappresentanti della società, che siamo preoccupati per il fatto che non avremmo più lavoro. Il 7 febbraio è partita anche l’ultima nave costruita a Mangalia. Da allora, 700 lavoratori non hanno più nulla da fare — le darsene sono vuote e il cantiere è mezzo deserto. Nel prossimo periodo non penso che si costruisca qualcosa; forse, se la situazione migliorerà, fra un anno o anche di più.”



In visita, giovedì, nel distretto di Dâmboviţa (sud), il premier Viorica Dăncilă si è incontrato con gli investitori stranieri della piattaforma industriale Ulmi, dove si costruisce la maggiore fabbrica di elettrodomestici del sud-est Europeo. Per il premier è stata anche un’occasione per dichiarare che il Governo sta cercando soluzioni affinché la Romania diventi un luogo sempre più attraente per gli investimenti: “Sosterrò gli investimenti in Romania. Lavorerò assieme ai ministri per individuare soluzioni affinché la Romania diventi un luogo sempre più attraente per gli investimenti romeni e stranieri.” Il desiderio degli imprenditori di investire va incoraggiato — ha aggiunto ancora il capo del Governo. E possono essere stimolati solo tramite misure concrete: un quadro legislativo stabile e un’infrastruttura a standard europei.

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