La Romania, da dieci anni membro dell’Ue
Leyla Cheamil, 24.11.2016, 17:33
Il 1 gennaio del 2007, la Romania aderiva
all’UE, assumendosi i principi e i valori del blocco comunitario e raggiungendo
cosi’ un obiettivo nazionale maggiore. La firma del trattato è arrivata dopo un
lungo processo di negoziati, che ha portato trasformazioni profonde soprattutto
in campo economico e sociale. Cosa ha guadagnato la Romania con il
raggiungimento di questo obiettivo? La libera circolazione dei cittadini romeni
sul territorio dell’Unione, un quadro legislativo concordante con quello delo
blocco comunitario, accesso ai fondi strutturali e di coesione. La Romania ha,
inoltre, oggi, una democrazia di qualità superiore, grazie all’adesione all’Ue,
ha sottlineato il consigliere presidenziale Leonard Orban, il primo commissario
europeo proposto dalla Romania, ad un forum dedicato ad un decennio
dall’adesione del Paese all’Ue.
Le cose sono
cambiate in modo significativo, la Romania odierna non si assomiglia più con la
Romania del 2006, non si assomiglia più alla Romania di 5 anni fa. La Romania è
uno stato molto più solido dal punto di vista della democrazia, uno stato
consolidato. Certo, ci sono ancora problemi, ma, ciononostante, l’evoluzione è
assolutamente notevole, ha affermato Orban.
Sebbene i fondi
europei non siano sempre stati ben investiti, ha aggiunto il consigliere
presidenziale, in base a quei progetti sono stati pagati salari e tasse, quindi
i fondi hanno contribuito allo sviluppo economico. Egli ha menzionato che la
Romania ha ricevuto fondi europei di 39 miliardi di euro dal 1 gennaio del 2007,
quando ha aderito all’Ue, mentre i contributi del Paese al bilancio dell’Unione
sono stati di circa 13 miliardi di euro. Un altro beneficio dell’adesione
all’ue, ha spiegato Leonard Orban, è quello che, dopo che la Romania è
diventata membro dell’Unione, il Pil è cresciuto del 60%, da 98 miliardi di
euro nel 2006, a 158 miliardi di euro nel 2015. Allo stesso tempo, gli
investimenti stranieri sono quasi raddoppiati, da 34,5 miliardi di euro nel
2006 a 64,4 miliardi di euro nel 2015. Tuttavia, la Romania non ha superato la
fase di transizione, sebbene registri la maggiore crescita nell’Ue, ammonisce
il consigliere del governatore della Banca Centrale, Adrian Vasilescu.
La velocità è
buona, la base non è più la stessa. Siamo il 27esimo Paese, il penultimo, alle
nostre spalle sono solo i bulgari, secondo l’indicatore che mostra il potere
d’acquisto di questa popolazione e il potere d’acquisto dei romeni. La crisi
non credo sia ancora finita, ha affermato Vasilescu.
I prossimi
obiettivi della Romania che riguardano la comunità europea sono l’adesione
all’Area Schengen e il passaggio all’euro. (traduzione di Adina Vasile)