La Romania condanna gli attentati terroristici
La Romania condanna gli attentati terroristici avvenuti lunedì e martedì in Iraq e Turchia, che hanno provocato decine di morti e feriti. Il terrorismo fa purtroppo numerose vittime a inizio anno, ha affermato il presidente Klaus Iohannis, condannando gli attentati ed esprimendo la solidarietà della Romania con gli stati colpiti. Egli ha ribadito la risolutezza di Bucarest di combattere il terrorismo, accanto alla comunità internazionale, e ha valutato che servono più fermezza e coordinamento degli impegni di tutti gli stati del mondo per combattere questo flagello.
România Internațional, 13.01.2016, 12:24
La Romania condanna gli attentati terroristici avvenuti lunedì e martedì in Iraq e Turchia, che hanno provocato decine di morti e feriti. Il terrorismo fa purtroppo numerose vittime a inizio anno, ha affermato il presidente Klaus Iohannis, condannando gli attentati ed esprimendo la solidarietà della Romania con gli stati colpiti. Egli ha ribadito la risolutezza di Bucarest di combattere il terrorismo, accanto alla comunità internazionale, e ha valutato che servono più fermezza e coordinamento degli impegni di tutti gli stati del mondo per combattere questo flagello.
Anche il Ministero degli Esteri romeno ha condannato fermamente l’attacco terroristico avvenuto nel distretto storico Sultanahmet di Istanbul, che ha provocato morti e feriti, ed ha espresso il sostegno agli impegni delle autorità turche nel combattere tutte le forme di terrorismo. Il MAE ha precisato che tra le vittime non si trovano cittadini romeni. Il premier turco Ahmet Davutoglu afferma che il gruppo dello Stato Islamico si trova dietro l’attacco.
Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che il suo paese è il primo target di tutti i gruppi terroristici della regione, però ha promesso che Ankara combatterà contro di loro ugualmente. Le autorità turche hanno annunciato che l’attentatore è un giovane siriano di 27 anni, che sarebbe entrato di recente in Turchia dalla Siria. Gli esperti turchi sostengono che il posto e i target dell’attentato indicano la carica simbolica che, come al solito, lo Stato Islamico vuole trasmettere.
A loro avviso, l’attacco di Istanbul si rivela come un’azione di punizione della Turchia per essersi affiancata alla coalizione internazionale antijihadista. Questa è avvenuta nelle condizioni in cui la Turchia è già in allerta dopo il più sanguinoso attentato della sua storia, commesso a ottobre 2015 davanti alla stazione centrale di Ankara, che ha provocato 103 morti. Anche quell’attacco è stato attribuito al gruppo jihadista dello Stato Islamico.
Un’altra serie di attentati rivendicati dal gruppo è avvenuta lunedì in Iraq, provocando morti e feriti. La maggior parte ha mirato Baghdad, dove uomini armati hanno detonato un’autobomba, hanno aperto il fuoco in un quartiere affollato della capitale, e hanno preso centinaia di ostaggi in un centro commerciale.
Dei gruppi terroristici ha parlato anche il presidente americano Barack Obama nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato davanti al Congresso. Obama ha detto che la politica estera degli USA deve puntare sulla minaccia rappresentata dalle reti terroristiche Stato Islamico e al-Qaeda, però non si deve fermare qui. Egli ha ammonito che l’instabilità continuerà per decine di anni in molte parti del mondo – nel Medio Oriente, in Afghanistan e Pakistan, in parti dell’America Centrale, dell’Africa e dell’Asia, e alcuni di questi posti potrebbero diventare ripari sicuri per nuove reti terroristiche.