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La Rivoluzione Anticomunista Romena del 1989

La Rivoluzione Anticomunista Romena del 1989
La Rivoluzione Anticomunista Romena del 1989

, 22.12.2016, 16:29

La serie degli eventi commemorativi dedicati alla
Rivoluzione Anticomunista Romena del 1989 è continuata, oggi, nella capitale
Bucarest e in numerose località romene- alcune soprannominate città-martire. Alla
Camera dei Deputati è stata programmata una seduta solenne per i 27 anni dalla
Rivoluzione, e nei luoghi dove sono caduti gli eroi martiri sono state
celebrate messe religiose. È successo a Bucarest – al Monumento agli eroi della
Rivoluzione, e alla Televisione e alla Radiodiffusione romena. Della giornata
di 22 dicembre si è detto che è stata la giornata del trionfo. Un trionfo
pagato però con il sangue di centinaia di manifestanti. Ricordiamoci che la
scintilla della Rivoluzione Romena si è accesa a Timisoara (nell’ovest), città
che ha avuto il coraggio di sfidare, per prima, il potere comunista e a
proclamare, il 21 dicembre, la sua libertà. Dopo un tentativo fallito di
attirare dalla sua parte le masse di operai portate nel centro di Bucarest e
dopo la notte movimentata tra il 22 e il 23 dicembre in cui l’esercito, la
milizia e la Securitate – la polizia politica del regime comunista – hanno
ucciso nelle strade 50 rivoluzionari, il dittatore Nicolae Ceausescu è stato
costretto, sotto la pressione della folla radunatasi davanti al Comitato
Centrale del Partito Comunista, di scappare via dalla capitale.

Lo scioglimento delle strutture di potere del sistema, lo schieramento dell’esercito da parte
della popolazione, l’arresto della coppia dittatoriale Elena e Nicolae
Ceausescu, l’occupazione delle sedi della Radio e della Tv pubblica dai
manifestanti sono stati fattori importanti che hanno permesso l’avvio del
processo di trasformazione della società romena. Un Consiglio Provvisorio della
Salvezza Nazionale ha formulato obiettivi come l’abrogazione del partito unico
e l’introduzione di un sistema democratico pluralistico di governo;
l’organizzazione di elezioni libere, ad aprile; la separazione dei poteri nello
stato; l’elaborazione di una nuova Costituzione, la promozione della libera
iniziativa nell’economia, il sostegno alle piccole produzioni contadine; la
democratizzazione dell’insegnamento e della cultura; il rispetto dei diritti e
delle libertà delle minoranze nazionali; il pieno rispetto dei diritti e delle
libertà dell’uomo e l’integrazione nel processo di costruzione di un’Europa
unita. Il trionfo della giornata di 22 dicembre è stato adombrato da elementi
diversionisti o leali al regime che hanno aperto il fuoco, a Bucarest, dove si
sono registrati oltre 500 morti – tra militari e civili.

Ecco come descrive gli avvenimenti un testimone: Ancoroggi, se chiudo gli occhi,
rivivo quegli avvenimenti. Persone saparate alla testa, portati sulle braccia.
Non ho potuto dimenticare, in 27 anni, il sangue che ho visto sul lastrico
davanti a Coltea (nel centro di Bucarest), mi è rimasto impresso nella memoria
e vi rimarrà per sempre e non potrò dimenticare mai l’attimo in cui ho gridato
per la prima volta, qui, in questa piazza: Libertà!. Porzione di libertà che
i romeni che i romeni si sono presi solo dopo il Natale, dopo il giudizio e
l’esecuzione dei dittatori Elena e Nicolae Ceausescu. (traduzione di Adina Vasile)

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