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La riunione dei capi delle diplomazie dell’UE

I ministri degli Esteri e della Difesa, tra cui anche quelli della Romania, riunitisi a Bruxelles, hanno gettato, lunedì, le basi di un “quartier militare generale” dell’Unione Europea, i cui compiti saranno, tra l’altro, anche la pianificazione e la gestione operativa delle missioni non combattenti, come quelle in Repubblica del Congo, Mali e Somalia. Inoltre, i ministri degli Esteri hanno discusso dei rapporti fra l’Unione e l’Egitto. Oltre agli argomenti legati all’economia e allo sviluppo politico di questo Paese, sono stati analizzati anche gli obiettivi che sia Bruxelles, che il Cairo si sono prefissi nel processo di pace nel Medio Oriente, ma anche le situazioni in Libia e Siria. Per quanto riguarda la Siria, l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, ha annunciato che in aprile avrà luogo, a Bruxelles, una conferenza che punterà sulla ricostruzione post-conflitto di questo stato molto provato.

La riunione dei capi delle diplomazie dell’UE
La riunione dei capi delle diplomazie dell’UE

, 07.03.2017, 14:38

I ministri degli Esteri e della Difesa, tra cui anche quelli della Romania, riunitisi a Bruxelles, hanno gettato, lunedì, le basi di un “quartier militare generale” dell’Unione Europea, i cui compiti saranno, tra l’altro, anche la pianificazione e la gestione operativa delle missioni non combattenti, come quelle in Repubblica del Congo, Mali e Somalia. Inoltre, i ministri degli Esteri hanno discusso dei rapporti fra l’Unione e l’Egitto. Oltre agli argomenti legati all’economia e allo sviluppo politico di questo Paese, sono stati analizzati anche gli obiettivi che sia Bruxelles, che il Cairo si sono prefissi nel processo di pace nel Medio Oriente, ma anche le situazioni in Libia e Siria. Per quanto riguarda la Siria, l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, ha annunciato che in aprile avrà luogo, a Bruxelles, una conferenza che punterà sulla ricostruzione post-conflitto di questo stato molto provato.



Il settore della Difesa, fondamentale nell’attuale contesto geopolitico molto complicato, è nel mirino dei capi di stato e di governo dei Paesi membri dell’UE. Si parla intensamente, negli ultimi giorni, di un rilancio del progetto comunitario sullo sfondo della decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione, ma anche della notevole ascensione delle idee e, implicitamente, dei partiti populisti, che arrivano persino a militare per lo scioglimento dell’UE. Uno degli scenari di cui si era parlato in vista di questo necessario rilancio è quello di un’Europa a più velocità, che sarà caratterizzata da un’intensa cooperazione, ma da una molto più ristretta nel campo della Difesa.



L’Europa si può rilanciare tramite questo settore — ha dichiarato, lunedì, il presidente francese, François Hollande, che ha accolto nella sontuosa Reggia di Versailles la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il premier spagnolo Mariano Rajoy e quello italiano, Paolo Gentiloni. Lo impongono, nell’opinione del leader francese, la recente elezione a capo degli USA di Donald Trump, il quale aumenta il numero delle dichiarazioni di sfiducia nei confronti dell’UE e della NATO, ma anche le ambizioni illimitate della Russia.



L’idea di incentivare la cooperazione europea è benvenuta, però il modo in cui è pensata desta scontentezza: vi potrebbero partecipare solo alcuni stati membri raggruppati in un cosiddetto “nucleo duro”, mentre soprattutto i Paesi dell’Europa Orientale, considerati meno sviluppati, resterebbero da parte, almeno provvisoriamente. “Unità non vuol dire uniformità” — ha sottolineato il presidente François Hollande, stando al quale alcuni Paesi potrebbero andare avanti più rapidamente, e oltre alla Difesa, la cooperazione potrà essere estesa anche tramite l’approfondimento dell’Unione economica e monetaria, tramite l’armonizzazione fiscale e sociale oppure tramite progetti comuni dedicati ai giovani e alla cultura. Anche per Angela Merkel, gli europei devono avere il coraggio di accettare che alcuni Paesi hanno un ritmo più accelerato rispetto ad altri, senza chiudersi però nei confronti di Paesi che sono rimasti indietro. (tr. G.P.)


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