La politica di difesa
Era inevitabile che il risvegliato appetito territoriale della Russia e l’aggressività con cui il Cremlino segue gli impulsi espansionistici influiscano anche l’agenda del sistema difensivo romeno. Lo scorso anno, sullo sfondo della crisi ucraina, l’attività del ministero della Difesa è stata segnata, in primo luogo, dal cambiamento del clima di sicurezza nella regione estesa del Mar Nero e dall’instabilità crescente nel vicinato sud della NATO, ha detto il ministro Mircea Dusa alla seduta di bilancio per il 2014.
Bogdan Matei, 11.03.2015, 13:14
Era inevitabile che il risvegliato appetito territoriale della Russia e l’aggressività con cui il Cremlino segue gli impulsi espansionistici influiscano anche l’agenda del sistema difensivo romeno. Lo scorso anno, sullo sfondo della crisi ucraina, l’attività del ministero della Difesa è stata segnata, in primo luogo, dal cambiamento del clima di sicurezza nella regione estesa del Mar Nero e dall’instabilità crescente nel vicinato sud della NATO, ha detto il ministro Mircea Dusa alla seduta di bilancio per il 2014.
Le esercitazioni di preparazione e addestramento dei militari organizzate a livello nazionale sono aumentate del 25% rispetto all’anno precedente, e quelle effettuate a livello bilaterale e multilaterale, in sede della NATO, del 133%. Nel 2014, l’esercito romeno, insieme ai partner americani, ha partecipato alla più complessa esercitazione degli ultimi cinque anni. Dopo molto tempo, sono stati eseguiti di nuovo tiri con munizione reale, con bombe, razzi aviolanciati e missili anticarro.
Complessivamente, circa 1.200 militari romeni hanno partecipato a operazioni e missioni fuori dal territorio nazionale. Il 2014, ha aggiunto il ministro, può essere considerato anche l’anno del rinvigorimento del partenariato strategico romeno-francese e del consolidamento di una relazione speciale con la Germania, tramite lo svolgimento di consultazioni permanenti. Parte dell’architettura di sicurezza del mondo libero, la Romania ha ribadito la disponibilità di mettere alla disposizione dell’Alleanza un comando multinazionale di divisione e di ospitare una struttura multinazionale di integrazione delle forze, che diventeranno operazionali nei prossimi anni.
Presente, in prima, alla seduta di bilancio del Ministero della Difesa, il nuovo presidente Klaus Iohannis ha sottolineato che il rispetto di questo impegno è vitale, soprattutto nell’attuale contesto di sicurezza. “In una prospettiva a medio termine, è d’obbligo adempiere agli obiettivi assunti in comune, all’ultimo vertice dell’Alleanza Nord-Atlantica, soprattutto l’operazionalizzazione dei due nuovi centri di comando, nonchè di ultimare, secondo il calendario concordato con il partner strategico americano, l’operazionalizzazione della base di Deveselu (sud, che ospita componenti dello scudo antimissile — ndr)”, ha dichiarato Klaus Iohannis. Egli ha sottolineato che sarà bisogno di una presenza più attiva allo sviluppo della politica comune di sicurezza e difesa dell’Unione Europea, nelle condizioni in cui comincerà, a breve, il processo di revisione della Strategia di sicurezza europea.
Comandante supremo delle forze armate, grazie alle sue prerogative presidenziali, Iohannis ha annunciato inoltre che presenterà al Parlamento una nuova Strategia Nazionale di Difesa. Il documento valuterà l’ambiente internazionale e presenterà le direzioni di azioni per assicurare la sicurezza nazionale a lungo termine. A gennaio, sempre su iniziativa del presidente, è stato concluso un accordo politico con i partiti parlamentari per assicurare, dal 2017, una soglia minima del 2% del Pil alla Difesa.