La politica antiromena del neo presiedente della Moldova
Florentin Căpitănescu, 27.12.2016, 16:37
Il neo presidente della Moldova (repubblica
ex sovietica, a maggioranza romenofona), Igor Dodon, che ha iniziato il mandato
lo scorso mese, lascia l’impressione di non perdere tempo nell’applicazione del
controverso programma annunciato nella campagna elettorale. Le prime due
decisioni sono state la sostituzione della lingua romena con la cosiddetta
lingua moldava sulla pagina di internet della Presidenza e la rimozione della
bandiera dell’Ue dalla sede della Presidenza. Sebbene non nuova, la polemica sul
cosiddetto idioma moldavo – inesistente per gli esperti linguisti – è stata
risolta sin dal 2013. Allora, la Corte Costituzionale di Chisinau ha deciso che
la Dichiarazione di indipendenza della Moldova nei confronti della Russia,
adottata nel 1991 e in cui i riferimenti alla lingua romena sono espliciti,
prevale sulla Legge Fondamentale, in cui appare il sintagma lingua moldava.
Anche la rimozione della bandiera Ue è stato
un gesto annunciato. Negli ultimi mesi, da una parte, Dodno si è pronunciato
esplicitamente per la rinegoziazione dei rapporti di Chisinau con Bruxelles,
che permettesse, principalmente, la sostituzione del regime di libero scambio,
previsto nell’accordo di associazione, con uno di commercio asimmetrico, che
consentirebbe alla Moldova di esportare merci sul mercato comunitario senza
pagare dazi doganali. D’altra parte, Dodon continua a pronunciarsi
energicamente per l’integrazione nell’Unione Economica Eurasiatica,
Russia-Bielorussia-Kazakistan, e, in generale, per il ravvicinamento a Mosca.
Per gli analisti di Chisinau, le misure che segnano l’inizio del mandato di
Dodon dimostrano che la promozione della romenofobia e dei sentimenti anti-Ue
non sono stati un semplice esercizio di retorica nella campagna elettorale. È
anche il parere dell’analista poliico Vlad Turcanu, cosnigliere del
predecessore di Igor Dodon, Nicolae Timofti.
Dodon sembra mettere alla prova la pazienza
di una parte importante della nostra società, che ha valori come l’integrazione
europea. Parliamo di persone che si sentono romeni. Questi, Igor Dodon li
disprezza; come se non fossero i suoi connnazionali. Egli sottolionea con
simili azioni il suo carattere vendicativ, sembra dirci che è venuto per farci
vedere lui cosa dovremmo pensare, cosa dovremmo fare.
D’altra parte, la Romania aumenterà con più
di cento il numero di borse di studio per i giovani dalla Moldova, fino al
2019, in base ad un protocollo d’intesa firmato dall’ambasciatore della Romania
a Chisinau, Daniel Ionita, e dal ministro moldavo dell’Istruzione, Corina Fusu.
La scorsa settimana, Dodon ha criticato in termini duri il fatto che la
confinante Romania offra, annualmente, numerose borse di studio ai giovani
della Moldova, il che ha chiamato una politica di romenizzazione. (traduzione di Adina Vasile)